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Altare di Pergamo, dedicato a Zeus e Atena

Altare di Pergamo fatto erigere dal re di Pergamo Eumene II (197 a.C.-159 a.C.) per celebrare la vittoria di Attalo sui Galati. È uno dei più spettacolari monumenti di età ellenistica giunti sino ai nostri giorni. È dedicato a Zeus Sotér (Zeus “salvatore”) e Atena Nikephóros (“portatrice di vittoria”).

Gli elementi architettonici e decorativi dell’altare furono rinvenuti intorno alla metà dell’Ottocento dall’ingegnere tedesco Carl Humann, che stava effettuando interventi per migliorare la rete viaria dell’Impero ottomano.

Altare di Pergamo Berlino

Nel 1878 fu dato il via a un’accurata campagna di scavo che permise di portare alla luce parte della struttura dell’altare e le lastre di marmo scolpite che lo decoravano. Smontate e trasportate a Berlino, le decorazioni sono oggi visibili nell’imponente ricostruzione conservata al Pergamonmuseum.

Altare di Pergamo pianta

 

Pianta dell'Altare di Pergamo
Pianta dell’Altare di Pergamo: G (Gigantomachia), T (Telefeia)

 

Altare di Pergamo descrizione del Grande fregio

Da un basamento quadrangolare (36,4×34,2 metri) poggiato su cinque gradini si elevava un alto zoccolo rivestito di marmi, sul quale si ergeva l’altare vero e proprio, al centro di un cortile circondato da porticati ionici.

Sul lato occidentale del complesso saliva un immenso scalone, delimitato da due ante, sulle quali si prolungava il colonnato. Su tutta la superficie dello zoccolo correva il Grande fregio (G) lungo 120 metri e alto più di due, realizzato in altorilievo su fondo liscio.

Il Grande fregio, ricco di pathos e dinamismo, rappresenta la Gigantomachia (la lotta tra gli dèi e i Giganti), allusione ai conflitti fra gli abitanti di Pergamo e i Galati. I corpi sono descritti in modo preciso, gli atteggiamenti sono complessi e i volti, contratti, esprimono angoscia e paura.

Nella lotta convulsa, i Giganti (figli di Gea e Urano) affrontano le divinità marine e terrestri (a ovest), quelle della notte e degli astri (a nord) e, infine, quelle del cielo e della luce (a sud). Sul lato principale, quello a est, i Giganti si scontrano con gli dèi olimpici.

Atena e Alcioneo Altare di Pergamo
Atena e Alcioneo, particolare della Gigantomachia sul lato orientale del Grande Fregio

Il gigante Alcioneo, alato e con un serpente che lo avvolge nelle sue spire, è afferrato per i capelli da Atena che cerca di trascinarlo via, mentre lui tenta di non perdere il contatto con la Terra (Gea, sua madre) che gli conferisce invulnerabilità. Gea, che sbuca dal terreno, sembra implorare la salvezza del figlio. Atena, che imbraccia lo scudo con la sinistra, è incoronata da Nike in volo.

Zeus e Porfirione Altare di Pergamo
Zeus e Porfirione, particolare della Gigantomachia sul lato orientale del Grande Fregio

Zeus al centro della scena, con la folgore nella mano destra (appena visibile) e l’aquila divina sopra il suo braccio sinistro (ne rimane solo l’ala destra), attacca il gigante Porfirione, rappresentato all’estrema destra, di spalle e con gli arti inferiori serpentiformi, mentre cerca di reagire all’attacco del dio.

Altare di Pergamo descrizione del Piccolo Fregio

Sotto il portico, un fregio interno, il Piccolo Fregio (T), a bassorilievo, di circa 80 metri di lunghezza per circa 1,5 metri di altezza, narrava le vicende di Telefo, figlio di Eracle e Auge, mitico fondatore della città di Pergamo. La narrazione si svolge secondo una successione temporale delle scene, separate da alberi, colonne, pilastri o semplicemente da personaggi posti di spalle l’uno all’altro. Gli effetti pittorici anticipano l’arte romana (si pensi al fregio continuo della Colonna Traiana a Roma).

Costruzione della barca di Auge Altare di Pergamo
Costruzione della barca di Auge, particolare del Piccolo Fregio

Auge, madre di Telefo, è rappresentata in alto a destra, sullo sfondo, seduta su una roccia in attesa del proprio destino. I falegnami sono infatti intenti a costruire la barca con la quale sarà crudelmente abbandonata in mezzo al mare.

Telefo con il piccolo Oreste Altare di Pergamo
Telefo con il piccolo Oreste, particolare del Piccolo Fregio

Telefo, il mitico fondatore di Pergamo, tiene il piccolo Oreste, figlio di Agamennone, sotto il proprio braccio sinistro per portarlo verso l’altare con l’intenzione di ucciderlo, mentre la nutrice alla quale l’ha strappato con la forza guarda con terrore la scena.

 

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