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Bill of rights (1689) cos’è, spiegato semplice

Cos’è il Bill of rights? Riassunto di storia moderna. Spiegato semplice.

Dopo la Seconda rivoluzione inglese (anche detta «gloriosa» rivoluzione) del 1688-89, al nuovo re Guglielmo III d’Orange (1689-1702) e alla sua consorte Maria II Stuart (1689-1694), il Parlamento britannico impose la sottoscrizione dell’Atto di tolleranza, che garantiva libertà di culto per i sudditi protestanti, e del Bill of rights (Dichiarazione dei diritti), nel quale era stabilita la distinzione di ruoli tra re e Parlamento.

Al re spettava il potere esecutivo, cioè di far applicare le leggi e garantire la sicurezza dello Stato; al Parlamento, invece, era riconosciuto il potere legislativo, cioè quello di fare le leggi.

Il Bill of rights stabiliva inoltre che il sovrano non poteva sospendere leggi, imporre tributi o mantenere un esercito stabile in tempo di pace senza l’approvazione del Parlamento; inoltre, l’elezione dei membri del Parlamento doveva essere libera e godere di piena libertà di espressione e di discussione.

Con il Bill of rights nacque in Europa la prima monarchia costituzionale, con il sovrano controllato dai rappresentanti della nazione e vincolato al rispetto del patto liberamente sottoscritto. Questo equilibrio, unito a un vigoroso sviluppo economico, garantì all’Inghilterra un futuro di grande potenza.

Al modello inglese guardarono con ammirazione in Europa intellettuali e studiosi di sistemi politici.

In particolare, il francese Montesquieu (1689-1755) giudicava ottima la Costituzione del regno inglese, scorgendovi una netta distinzione tra il potere esecutivo, il potere legislativo e il potere giudiziario. Essi, ognuno indipendente nella sua sfera ma agli altri coordinato, garantiscono ai singoli le libertà e la sicurezza da ogni prevaricazione e arbitrio.

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