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Età dei metalli: rame, bronzo, ferro

L’Età dei metalli è quel periodo della Preistoria in cui gli uomini cominciarono a lavorare i metalli per costruire utensili e armi, abbandonando via via l’uso della pietra.

L’Età dei metalli si suddivide in tre periodi, ognuno caratterizzato dall’utilizzo di un materiale o una lega diversi: l’età del rame, l’età del bronzo, l’età del ferro.

L’Età del rame

Il rame esisteva già in natura, ma fu solo intorno al 5000 a.C. che l’uomo scoprì di poterlo fondere in forni (all’inizio, rudimentali fosse scavate nel terreno) e forgiare, cioè martellare, a freddo o a caldo, per ottenere l’oggetto desiderato: vanghe, falci, zappe, ma anche armi, statuette, monili.

L’Età del bronzo

Nel 2500 a.C. l’uomo scoprì che combinando il rame e lo stagno otteneva una lega di metalli molto resistente e versatile, che chiamò bronzo. Il bronzo fu usato per produrre statuette, stoviglie, pentole e moltissime nuove armi resistenti come la spada, le lance, i pugnali e le corazze, che divennero elementi di scambio commerciale.

L’Età del ferro

Nel 1400 a.C. circa, l’uomo trovò il modo di lavorare il ferro, un metallo molto resistente che veniva estratto dalle miniere.

Per la lavorazione vennero creati dei forni bassi, che funzionavano bruciando carbone di legna alimentato dall’uso di mantici manuali. Una volta raggiunte alte temperture, il ferro diventava malleabile e poteva essere forgiato. Il ferro venne impiegato per creare oggetti ed armi di vario tipo.

Con l’esaurirsi delle miniere, gli uomini furono costretti a spostarsi alla ricerca di nuovi giacimenti, intensificando così traffici, commercio e conoscenza di nuovi popoli.

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