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Il primo collage della storia della pittura

Che cos’è il collage?

Il collage è una tecnica inventata da Braque e da Picasso intorno al 1912. Per la prima volta si inserirono in un dipinto pezzi di giornale, manifesti, spartiti musicali, stoffe e altri materiali. Essi sostituirono la resa illusionistica degli oggetti raffigurati con l’oggetto stesso o con un suo particolare.

Il termine “collage”, di origine francese, indica una composizione realizzata incollando insieme materiali diversi su un supporto rigido, che a volte è stato colorato o dipinto in precedenza.
Se vengono impiegati solo ritagli di carta, il collage prende il nome di papier collé, mentre la mescolanza di materiali e oggetti che danno alla composizione un effetto di rilievo e volume viene chiamata assemblage.

Il primo collage della storia della pittura

Nel 1912 Picasso realizza il primo collage della storia della pittura: si tratta proprio, per Picasso, di creare forma, racconto, illusione con tecniche o materiali semplici, in apparenza fortuiti. Il collage è un’arte infantile: a pochi è concesso di svilupparlo al modo in cui lo fa Picasso nel corso di due decenni, traendolo dal limbo della creatività “minore”.

collage
Pablo Picasso, Natura morta con sedia impagliata, 1912. Olio e tela cerata su tela, 29×37 cm. Parigi, Museo Picasso

Pablo Picasso, Natura morta con sedia impagliata: descrizione

Una corda fa da cornice, mentre un frammento di canné evoca una sedia impagliata: Picasso non l’ha dipinta in prospettiva, né ha voluto mostrarla nell’insieme, con gambe e spalliere.
Accanto dipinge altri oggetti (una fetta di limone, un bicchiere trasparente, una capasanta, una cannuccia, il fornello di una pipa), ma li accenna appena. Inserendo nel quadro oggetti o loro frammenti, Picasso non si propone di descriverli ma di evocarli, per darne solo una rappresentazione illusoria: il soggetto (la paglia) è falso, ma il materiale (la tela cerata) è vero. Entrambi però sono falsi quando vogliamo rappresentare una sedia: in questo modo l’artista dimostra quanto sia labile la differenza tra realtà e rappresentazione.

Per non cadere nell’astrattismo ha introdotto tre lettere a grandi caratteri maiuscoli JOU, che in francese alludono sia a journal (giornale) che a jouer (giocare). Le scritte si rivelano utili perché accrescono motivi di attenzione dell’immagine e contribuiscono alla vivacità dell’insieme, come qualsiasi altro motivo ornamentale.

I colori dominanti sono i consueti bruni e grigi, interrotti soltanto dal giallo limone.

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