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Manifesto Russell Einstein sul disarmo nucleare

Il Manifesto Russell Einstein fu reso pubblico il 9 luglio 1955, nel pieno della Guerra fredda, a Londra, in occasione di una campagna per il disarmo nucleare.

È così chiamato dal nome dei promotori Bertrand Russell, filosofo matematico, e il fisico Albert Einstein (morto nell’aprile del 1955). Fu controfirmato da altri nove scienziati e intellettuali di primo piano.

Con la prospettiva dell’era nucleare, aperta dalla spaventosa tragedia del Giappone colpito a morte dal bombardamento atomico delle città di Hiroshima e Nagasaki nei giorni 8 e 9 agosto 1945, il problema della guerra e della sua distruttività entrò in una dimensione storica imprevista e gravida di pericoli mai prima conosciuti dal genere umano.

Una nuova specie di responsabilità grava da allora sugli uomini politici dalle cui decisioni dipende il mantenimento della pace o lo scatenamento di una nuova guerra.

E poiché alla responsabilità degli uomini politici è strettamente legata quella degli scienziati che hanno consentito con le loro ricerche di costruire armi di una potenza distruttiva mai vista, si può comprendere come Albert Einstein pochi giorni prima di morire abbia deciso di firmare assieme ad altri scienziati e intellettuali l'”Appello all’umanità” reso pubblico il 9 luglio 1955 da Bertrand Russell, che era uno dei firmatari.

Manifesto Russell Einstein

«Nella tragica situazione cui l’umanità si trova di fronte noi riteniamo che gli scienziati debbano riunirsi in conferenza per accertare i pericoli determinati dallo sviluppo delle armi di distruzione di massa e per discutere una risoluzione nello spirito del progetto annesso. Parliamo in questa occcasione non come membri di questa o quella Nazione, Continente o Fede, ma come esseri umani, membri della razza umana, la continuazione dell’esistenza della quale è ora in pericolo. […]

Dobbiamo imparare a pensare in una nuova maniera: dobbiamo imparare a chiederci non quali passi possano essere compiuti per dare la vittoria militare al gruppo che preferiamo, perché non vi sono più tali passi; la domanda che dobbiamo porci è: “quali passi possono essere compiuti per impedire una competizione militare il cui esito sarebbe disastroso per tutte le parti?” […].

Questo dunque è il problema che vi presentiamo, netto, terribile ed inevitabile: dobbiamo porre fine alla razza umana oppure l’umanità dovrà rinunciare alla guerra? […] Noi rivolgiamo un appello come esseri umani ad esseri umani: ricordate la vostra umanità e dimenticate il resto. Se sarete capaci di farlo vi è aperta la via di un nuovo Paradiso, altrimenti è davanti a voi il rischio della morte universale».

 

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