Penelope, figlia di Icario e della ninfa dei fiumi Peribea, è la moglie riservata, pudica e fedele di Odisseo, re di Itaca, e madre del loro figlio Telemaco. Attende con intelligenza astuta (metis), pazienza e fedeltà il ritorno del marito, partito per la guerra di Troia e disperso nel ritorno.
Penelope Odissea
La moglie di Odisseo non ha mai ceduto alle lusinghe dei Proci, i nobili che ambiscono alla sua mano, ma li inganna con astuzia, promettendo di scegliere fra loro il suo prossimo sposo solo quando avrà terminato di tessere il sudario per il vecchio Laerte, padre di Odisseo; ma tutte le notti disfa il lavoro fatto di giorno, in modo da ritardare all’infinito la data della scelta.
Al ritorno di Odisseo a Itaca, dopo vent’anni, Penelope si dimostra astuta e prudente, mettendo alla prova lo sposo, prima del suo riconoscimento finale: dopo molti inganni e delusioni, la regina di Itaca vuole infatti avere la certezza assoluta che quell’uomo sia Odisseo.
Ella, per dovere di ospitalità verso lo straniero, ordina a Euriclea, l’anziana nutrice di Odisseo, di trasportare fuori dal talamo il letto nuziale, perché l’ospite possa riposare. Ma tale operazione è impossibile, visto che il letto, che lo stesso Odisseo ha costruito con le sue mani, è stato ricavato direttamente da un albero di ulivo piantato in giardino, intorno a cui aveva poi costruito la camera da letto: ecco la prova provata della sua identità, perché egli è il solo a condividere con Penelope (e a un’altra ancella) il segreto della sua costruzione.
Ora, ogni resistenza da parte di Penelope crolla, («le si sciolsero le ginocchia e il cuore», libro XXIII) e si getta tra le braccia del marito, che pur di ritornare da lei aveva rifiutato l’immortalità offertagli dalla splendida dea Calipso. Odisseo prorompe in un pianto sconfinato («piangeva tenendosi stretto la sposa dolce al cuore, fedele» libro XXIII), mentre la dea Atena prolunga la notte ai due sposi finalmente ricongiunti, ritardando il sorgere del Sole.