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Totalitarismo: definizione, origini, caratteristiche

Il Totalitarismo definizione

Che cos’è il Totalitarismo? Il Totalitarismo è quella particolare forma di potere assoluto, tipica della società di massa, che non si accontenta di controllare la società, ma pretende di trasformarla dal profondo in nome di un’ideologia onnicomprensiva, di pervaderla tutta attraverso l’uso combinato del terrore e della propaganda.

Quando nasce il Totalitarismo?

Secondo molti studiosi il Totalitarismo è tipico della storia contemporanea, e ciò almeno per due fondamentali ragioni:

  1. La società di massa I processi combinati di industrializzazione, urbanizzazione e alfabetizzazione tendono a disintegrare le tradizionali reti di relazioni e di solidarietà (famiglia, parentela e vicinato, comunità rurali, paese, chiese, gruppi etnici), entro le quali ognuno si sente protetto. La società moderna se ha liberato l’individuo, lo ha anche isolato, atomizzato. La “massa” è una moltitudine che si qualifica non tanto per il numero, quanto per l’assenza al suo interno di rapporti sociali e culturali che rendano significativa l’esistenza. L’individuo così “massificato” è reso più vulnerabile, più disponibile alla manipolazione abilmente orchestrata di minoranze organizzate.
  2. I mezzi di comunicazione di massa La penetrazione del politico nel sociale è resa possibile grazie all’invenzione e alla diffusione dei mezzi di comunicazione di massa, con i quali si riesce a raggiungere chiunque per condizionarlo con un insistente messaggio; grazie ai mezzi di trasporto, che annullano le distanze e consentono controlli e spostamenti veloci; grazie allo sviluppo della psicologia scientifica, che fornisce le tecniche di condizionamento di massa.

Quali sono le caratteristiche del Totalitarismo?

Le principali caratteristiche di un regime totalitario sono:

  • l’eliminazione di ogni iniziativa spontanea;
  • la repressione del dissenso;
  • l’integrazione dell’intera società in un sistema chiuso;
  • il conseguimento di valori assoluti (come la purezza e il dominio di una razza nel nazionalsocialismo);
  • l’individuo viene educato attraverso una studiata propaganda, che lo accompagna e lo condiziona permanentemente;
  • monopolio dei mezzi di comunicazione di massa ai fini di un capillare indottrinamento: la dottrina del regime deve diventare articolo di fede;
  • obbligatoria è la frequenza a riti e parate;
  • alla strumentalizzazione ideologica si affianca la politica del terrore: nessuno si sente al riparo da azioni persecutorie, perché il potere è imprevedibile e la minaccia costante;
  • il regime è sempre in lotta con qualcuno, contro nemici reali, potenziali o “fantasticati”, come se il complotto fosse sempre all’ordine del giorno: di ciò ha bisogno per legittimare la repressione poliziesca, ma soprattutto per mantenere una tensione continua;
  • un partito unico guidato da un capo dotato di carisma. Il partito si identifica praticamente con lo Stato; ha un’ideologia rigida e una struttura verticistica;
  • l’economia si caratterizza per un pesante intervento dello Stato, che impone e raziona i consumi e privilegia il potenziamento dell’industria pesante e degli armamenti, fino a giungere a un’autarchia in vista di un’economia di guerra.

Quali sono i tre regimi totalitari?

I pareri sono tanti, ma larghi consensi esistono se non altro sulla Germania di Hitler e sulla Russia di Stalin; ma c’è chi aggiunge la Cina, la Romania di Ceausescu, l’Iran di Khomeyni. Molti dubbi esistono sull’Italia fascista, soprattutto perché il regime non riuscì o non volle eliminare i centri tradizionali del potere: la monarchia, la Chiesa, la Confindustria, l’esercito.

 

 

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