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Città di Troia – Verità storica e leggenda

La città di Troia è la città di cui narra Omero nei suoi poemi Iliade e Odissea. Per molto tempo fu messo in dubbio che ci fosse stata una guerra contro Troia e che la città stessa di cui narra Omero fosse mai esistita.

Dal punto di vista storico, oggi sappiamo che la città di Troia è esistita davvero ed è stata distrutta e ricostruita più volte. Intorno al 1250 a.C. fu probabilmente assediata dagli Achei, un popolo che proveniva dalla Grecia. Questo non significa che anche Priamo, Ettore e Achille siano realmente esistiti: le storie di Omero sono in gran parte frutto della fantasia, però ci hanno permesso di trovare le tracce di civiltà sepolte da tempo.

Chi ha scoperto le rovine dell’antica Troia?

Il merito di aver accertato per primo l’esistenza della città è da attribuirsi all’archeologo tedesco Heinrich Schliemann (1822-1890). Questi, nel corso di una campagna di scavi iniziata nel 1870 e basandosi sulle indicazioni geografiche contenute nell’Iliade, riuscì a individuare sulla collina di Hissarlik, nell’attuale Turchia, le rovine non di una sola città, ma di ben nove, costruite l’una sulle rovine dell’altra nel corso dei secoli.

Gli scavi da lui effettuati appurarono infatti l’esistenza di più strati sovrapposti. Ciò era segno del fatto che la città di Troia era stata più volte distrutta e ricostruita.

Schliemann stabilì che la Troia omerica corrispondeva allo strato II (partendo dal basso), nel quale rinvenne il cosiddetto “Tesoro di Priamo”.

Successive campagne di scavo hanno individuato nove livelli sovrapposti. Partendo dal basso:

Livello I (3000-2600 a.C.), villaggio neolitico.

Livello II (2600-2250 a.C.), ricca città-palazzo della prima Età del Bronzo; grandi mura, un palazzo e case in mattoni crudi che mostrano i segni di una distruzione da incendio. Schliemann suppose che questa fosse la città di Troia narrata da Omero. Questa tesi è stata contraddetta dagli archeologi che hanno proseguito gli scavi dopo Schliemann. Sembra invece vera la presenza a questo livello del cosiddetto “Tesoro di Priamo”.

Troia III-IV-V (2000-1800 a.C.), tre villaggi distrutti violentemente in rapida successione da terremoti e ricostruiti;

Livello VI (1800-1250 a.C.), grande città disposta a terrazze, fortificata da alte mura, con torri e porte; coeva all’epoca minoica palaziale, e poi alla micenea, distrutta forse a causa di un terremoto;
Troia VII a (1250-1170 a.C.), la città precedente fu subito ricostruita, ma dopo pochi decenni un incendio la distrusse: è questa che oggi è identificata come la Troia omerica;

Troia VII b (XII-XI secolo a.C. – 950 a.C. circa), tracce di poveri insediamenti;

Livello VIII-IX (VIII secolo a.C. – IV secolo d.C.), colonia greca, munita di templi e teatri, poi città romana.

Ulteriori rilevazioni e indagini compiuti in tempi più recenti da un équipe di archeologi tedeschi e americani hanno portato a far emergere l’esistenza di 15 fortificazioni e di una muraglia spessa quattro metri.

Le dimensioni della città erano quindi tali da permettere alla città di sostenere un assedio di dieci anni come quello di cui parla l’Iliade.

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