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Eschine oratore e uomo politico ateniese

Eschine nasce ad Atene nel 390 a.C. da una famiglia benestante, che si è però impoverita durante la guerra del Peloponneso; non ha quindi potuto ricevere una buona istruzione. Ha perciò dovuto svolgere attività improvvisate: scrivano pubblico, attore teatrale, segretario della bulè.

Grazie a un ricco matrimonio, tuttavia, è riuscito a risolvere i suoi problemi economici; in seguito ha intrapreso la carriera pubblica e si è legato a Eubulo, l’uomo politico più influente negli anni attorno al 350 a.C.

Eschine – Contro Timarco

Nel 346 a.C. Eschine partecipa insieme a Demostene all’ambasceria inviata presso Filippo II di Macedonia per trattare la pace (la cosiddetta «pace di Filocrate»). Demostene lo accusa allora di essersi lasciato corrompere dall’oro di Filippo e di aver agito contro gli interessi di Atene.

Eschine pronuncia in sua difesa l’orazione Contro Timarco: è rivolta contro l’uomo (Timarco) che lo accusa e dietro cui probabilmente si nasconde Demostene. Con questa orazione, Eschine vince la causa e Timarco è punito con l’atimia (vale a dire la perdita dei diritti civili).

Sulla corrotta ambasceria

Nonostante la condanna di Timarco, Demostene rinnova l’accusa di tradimento e di corruzione nei confronti di Eschine. Questi si difende con il discorso Sulla corrotta ambasceria (343 a.C.).

In essa ripercorre minuziosamente tutte le fasi che, attraverso tre successive missioni presso Filippo, hanno condotto alla pace di Filocrate e mostra le incongruenze contenute nelle accuse di Demostene.

Nonostante ciò, deve riconoscere di essere stato illuso e parzialmente ingannato dal comportamento del re.

Contro Ctesifonte

All’indomani della sconfitta ateniese nella battaglia di Cheronea (338 a.C.), Eschine pronuncia la sua terza e ultima orazione, la Contro Ctesifonte.

In essa si oppone alla proposta del cittadino Ctesifonte di conferire la corona d’oro a Demostene per i suoi meriti pubblici. Nell’ottica di Eschine, infatti, Demostene è il primo responsabile della rovina di Atene e per questo va punito non onorato.

Il processo (cui si riferisce il discorso Contro Ctesifonte) si svolge intorno al 330 a.C. Battuto dall’eloquenza travolgente di Demostene (che risponde con l’orazione Per la corona), Eschine è condannato a pagare una multa di 1000 dracme. Non potendola o non volendola pagare, deve andare in esilio. Si reca quindi a Rodi, dove apre una scuola di retorica. È a Rodi che probabilmente muore attorno al 314 a.C.

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