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Soluzione finale della questione ebraica

La soluzione finale della questione ebraica è lo sterminio degli ebrei deciso da Hitler per affermare il dominio della “razza ariana”, la razza “pura” e “superiore” a tutte le altre.

L’ideologia nazista vedeva negli ebrei l’incarnazione del Male, una forza negativa e malefica che aspirava alla dominazione del mondo e all’annientamento del popolo tedesco.

L’inizio della Soluzione finale della questione ebraica

Una volta salito al potere nel 1933, Hitler mise in atto la sua politica razziale dando inizio alle persecuzioni contro gli ebrei.

Dapprima gli ebrei furono schedati e obbligati a portare sugli abiti una stella gialla; poi furono rinchiusi nei ghetti. Nei ghetti le condizioni di vita disumane – spazi ridotti, condizioni igieniche insostenibili, poco cibo e nessun riscaldamento – provocarono la morte di migliaia di persone.

In seguito, durante la seconda guerra mondiale, furono istituiti i campi di concentramento dove gli ebrei, sopravvissuti ai ghetti o ai rastrellamenti nei Paesi occupati dall’esercito tedesco, furono deportati e impiegati in lavori forzati.

Nel 1935 Hitler emanò le Leggi di Norimberga. Si trattava di leggi antisemite estese poi  a tutti i Paesi europei conquistati dai nazisti. Anche il governo fascista italiano, in linea con l’alleato tedesco, nel 1938 introdusse le famigerate leggi razziali. Con esse si vietavano i matrimoni misti; si proibiva agli ebrei l’accesso alla scuola e alle professioni; si limitava fortemente il loro diritto alla proprietà.

Nella notte tra il 9 e il 10 novembre 1938 in Germania i nazisti organizzarono la “notte dei cristalli“. In poche ore furono distrutti migliaia di negozi e centinaia di sinagoghe. Centinaia di ebrei furono uccisi e migliaia arrestati.

In seguito, durante la seconda guerra mondiale, e in particolare con l’occupazione tedesca, anche nel nostro Paese si ebbero rastrellamenti e deportazioni verso i campi di concentramento nazisti e un gran numero di ebrei italiani scomparve nelle camere a gas.

La soluzione finale è decisa a Gross-Wannsee

Il 20 gennaio 1942 i più stretti collaboratori di Hitler, riuniti a Gross-Wannsee, un sobborgo di Berlino, decisero di dare attuazione alla cosiddetta «soluzione finale della questione ebraica», cioè lo sterminio programmato (basato su un programma) degli ebrei in tutta Europa, in campi di sterminio.

I campi di sterminio

Si costruirono allora campi di concentramento con impianti per l’eliminazione di massa, tra cui Auschwitz, Belsen, Treblinka, Mauthausen, e in Italia la Risiera di San Sabba, i più tragicamente famosi.

Le camere a gas e i forni crematori lavorarono a pieno ritmo. In totale furono uccisi circa 6 milioni di ebrei, di cui circa un milione e mezzo erano bambini.

Ma lo stesso destino di annientamento toccò anche a rom e sinti, omosessuali, malati di mente e portatori di handicap, perseguitati per come erano.

Shoah, lo sterminio degli ebrei da parte dei nazisti

Questa tragedia è oggi definita con il termine ebraico Shoah, il massacro degli ebrei da parte dei nazisti.

La Giornata della Memoria

Per onorare le vittime della Shoah e soprattutto per non dimenticare ciò che è successo in modo che non si ripeta in futuro, il 27 gennaio (data della liberazione di Auschwitz da parte delle truppe sovietiche, nel 1945) di ogni anno ricorre la Giornata della Memoria.

I gerarchi nazisti processati a Norimberga

Nel novembre 1945 iniziò il processo di Norimberga contro i capi nazisti considerati responsabili del genocidio degli ebrei. Lo sterminio programmato di milioni di esseri umani innocenti venne giudicato “un crimine contro l’umanità”.

La scelta cadde su Norimberga perché proprio in quella città nel 1935 erano state promulgate le leggi razziali di Norimberga.

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