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Teatro del Novecento: caratteristiche, registi, autori

Il teatro del Novecento o teatro contemporaneo: caratteristiche, registi, autori

Il Teatro del Novecento caratteristiche

Nel Novecento le forme teatrali si sono sempre più differenziate. Il teatro classico è entrato in crisi, c’è stato il venir meno della distinzione tra commedia e tragedia.

Con l’affermarsi delle Avanguardie storiche, come il Futurismo, il Dadaismo e il Surrealismo, sono nate nuove forme di teatro come il «teatro dell’assurdo», che deve il suo nome al fatto che presenta sulla scena situazioni surreali e apparentemente prive di logica.

I temi ricorrenti sono la solitudine, l’incapacità di comunicare con gli altri, l’impossibilità di dare un significato ai fatti della vita, il senso di estraneità e di alienazione che pervade l’uomo contemporaneo. I principali esponenti di questa corrente teatrale sono Samuel Beckett ed Eugène Ionesco.

Il «teatro epico» di Bertolt Brecht si propone invece di insegnare al pubblico a riflettere sulla realtà, sulle contraddizioni e sulle ingiustizie della società contemporanea.

I temi ricorrenti del Teatro del 900 o Teatro contemporaneo ruotano spesso intorno al problema dell’identità e dell’impossibilità di descriverla perché in continuo mutamento.

Per Luigi Pirandello, ad esempio, ciascuno nella propria esistenza indossa delle maschere che corrispondono ai diversi ruoli che egli riveste nella vita di tutti i giorni, ma che non riescono comunque a definire la sua identità completa. Da questa situazione nasce un senso profondo di inquietudine, di insoddisfazione, di solitudine, di angoscia che pervade molti personaggi di questa nuova drammaturgia.

Durante il Novecento si è mantenuta viva la tradizione del teatro popolare, fatto per strada su palcoscenici mobili o in uno spiazzo dove si possono raccogliere insieme i teatranti e il pubblico.

Anche la scenografia è cambiata. Essa non è più vista come una «fotografia» della realtà, ma si propone di suggerire «un’atmosfera», attraverso scenografie essenziali, a volte ridotte a un fondale scuro su cui un gioco di luci o un oggetto simbolico assumono significati astratti.

La danza e l’espressione corporea si fondono con la rappresentazione teatrale, che sempre più frequentemente abbandona i luoghi a essa deputati, preferendo degli spazi aperti come piazze e stadi, dove è possibile entrare in rapporto con un pubblico più ampio e sempre più eterogeneo.

Molto diffuso è il teatro di narrazione. Senza bisogno di scenografie, costumi o attrezzature sceniche particolari, un attore, che è spesso anche l’autore, si presenta sulla scena per raccontare delle storie, forte solo della capacità di coinvolgere e di affascinare il pubblico con le proprie doti comunicative.

Gli ultimi decenni hanno visto anche lo sviluppo del teatro ragazzi, che oggi costituisce un vero e proprio genere teatrale. Può comprendere vari tipi di spettacoli e di espressioni artistiche, come il teatro d’animazione, il teatro d’ombre e il teatro dei burattini.

Il Teatro del Novecento registi e autori

Nel Teatro del 900 è comparsa una figura fondamentale, quella del regista. Prima confusa con il “capocomico” (che era insieme drammaturgo, attore e organizzatore scenico) è ora invece autonoma, con il compito di dirigere il lavoro degli attori e coordinare tutte le componenti dello spettacolo. Jerzy Grotowsi, Peter Weiss, Luchino Visconti, Giorgio Strehler sono solo alcuni dei nomi più conosciuti.

Tra i maggiori autori del Teatro del Novecento, la cui produzione teatrale continua a essere rappresentata nei teatri di tutto il mondo, ricordiamo il già menzionato Luigi Pirandello, premio Nobel per la Letteratura; il tedesco Bertolt Brecht; lo spagnolo Federico García Lorca; l’irlandese Samuel Beckett; il franco-romeno Eugène Ionesco; lo statunitense  Eugene O’Neill, per citare solo i più conosciuti.

Tra i maggiori autori attivi nella seconda metà del Novecento vanno citati Tennessee Williams, John Osborne e il premio Nobel Harold Pinter.

Ricordiamo anche due grandi autori italiani: Eduardo De Filippo, che dedicò tutta la vita al teatro come attore, commediografo e regista, e Dario Fo, attore, scrittore e regista insignito del premio Nobel, che con la sua opera ha segnato una tappa fondamentale nel teatro contemporaneo.

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