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Capitolo 20 Promessi Sposi riassunto

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Il capitolo 20 Promessi Sposi è il primo grande capitolo dedicato all’Innominato. Nel capitolo 18 c’era stato un lontano accenno: «… un tale, le cui mani arrivavano spesso dove non arrivava la vista degli altri: un uomo o un diavolo, per cui le difficoltà dell’impresa erano spesso uno stimolo a prenderle sopra di sé». Nel capitolo 19 si era avuta la presentazione del «terribile uomo», insistente sulla sua condizione di sprezzante estraneità alle leggi e alle magistrature, e di innata e ricercata e riconosciuta superiorità.

Ed ecco finalmente, in un clima di attesa, la presentazione diretta, l’ingresso in scena del personaggio. Il capitolo 20 dei Promessi Sposi, però, non si apre immediatamente sulla figura di un uomo. A questa figura si perviene a poco a poco, attraverso la descrizione di un paesaggio e di una dimora.

Capitolo 20 Promessi Sposi riassunto: descrizione del luogo dove sorge il castello dell’Innominato

Il castello dell’Innominato domina una valle difficile da percorrere e può essere raggiunto solo da un lungo sentiero ripido e serpeggiante, esposto agli sguardi dei bravi in ogni suo punto. Del resto – precisa l’autore – nessuno che sia amico o alleato del potente signore si azzarda a mettere piede in quel luogo, men che mai gli sbirri, dopo che si sono sparse minacciose leggende sulla fine fatta dai pochi che hanno tentato una simile impresa.

Capitolo 20 Promessi Sposi riassunto: don Rodrigo arriva alla Malanotte

Dopo la descrizione del luogo cupo, di cui non viene fatto il nome, in cui sorge il castello dell’Innominato, la narrazione si riallaccia al viaggio di don Rodrigo, al momento in cui arriva ad una sorta di «corpo di guardia»: è la taverna, che, pur avendo per insegna un sole raggiante, viene chiamata «Malanotte», un nome lugubre e notturno, ben adatto all’ambiente sinistro sin qua descritto.

Un ragazzaccio armato di tutto punto vede il signorotto e ne annuncia la presenza ai bravi, che si trovano all’interno a giocare a carte. Uno di loro si affaccia alla porta dell’osteria, riconosce don Rodrigo come amico del suo padrone e lascia che smonti da cavallo.

Don Rodrigo lascia il cavallo, le armi (perché sa che l’Innominato non vuole estranei armati al suo castello), si priva di «alcune berlinghe» e di «alcuni scudi d’oro» per darli ai bravi e prosegue a piedi, accompagnato dal Griso e da «un altro bravaccio dell’Innominato».

Giunti al castello, il Griso rimane alla porta, mentre don Rodrigo, di stanza in stanza, ognuna piena d’armi e con bravi di guardia ad ogni stanza, viene condotto dal signore del castello.

Capitolo 20 Promessi Sposi riassunto: la descrizione dell’Innominato

Si arriva in tal modo alla presenza dell’Innominato. Più volte presentato in precedenza, ora è descritto brevemente. È subito messo in evidenza il suo essere sempre sospettoso nei confronti di chiunque, attraverso il suo rapido esame delle mani e del viso «ormai quasi involontariamente, a chiunque venisse da lui».

La descrizione fisica si esaurisce in pochi tratti: alto, bruno, radi capelli bianchi, faccia rugosa. Il suo aspetto denuncia un’età superiore ai sessanta, eppure l’energia che si sprigiona dal suo portamento e comportamento, «il lampeggiare sinistro, ma vivo degli occhi» lo portano a sembrare più giovane.

Capitolo 20 Promessi Sposi riassunto: Don Rodrigo chiede aiuto all’Innominato per rapire Lucia

Don Rodrigo chiede aiuto al potente signore per risolvere un impegno che il suo onore non gli permette di abbandonare ma per il quale non ha i mezzi per farcela da solo. Racconta l’impegno preso, fa il nome di padre Cristoforo, che l’Innominato odia a morte perché lo conosce come nemico dei tiranni; don Rodrigo, poi, esagera con astuzia le difficoltà dell’impresa: Lucia si trova nel monastero di Monza, protetta dalla «signora». L’Innominato interrompe bruscamente il colloquio, si dichiara disposto ad assumere prontamente l’incarico, facendo conto su Egidio, uno dei suoi più stretti collaboratori, che, come ben sappiamo, è il giovane senza scrupoli, amante della monaca di Monza, e congeda frettolosamente don Rodrigo.

I dubbi dell’Innominato

Rimasto solo, però, l’Innominato si pente subito dell’assenso dato prontamente a don Rodrigo. Da qualche tempo, infatti, egli è tormentato dal passato – pieno di malefatte ed omicidi commessi – e dal pensiero dell’avvenire, dominato dall’immagine della morte e dal giudizio divino. Aveva sempre vissuto come se Dio non ci fosse, ma ora gli sembrava che questi gli gridasse dentro: «Io sono però».

Così, per superare ogni esitazione, chiama il capo dei suoi bravi, il Nibbio, e gli ordina di contattare Egidio a Monza. Egidio gli risponde che l’impresa è «facile e sicura»: gli basta una carrozza e qualche bravo travestito per organizzare un rapimento di successo.

Capitolo 20 Promessi Sposi riassunto: Egidio costringe Gertrude a collaborare

Egidio impone a Gertrude il sacrificio di Lucia; la monaca, che si è affezionata a Lucia, inizialmente tenta di sottrarsi all’impegno, che le fa orrore, ma poi non ha la forza di ribellarsi. Così, in un colloquio in parlatorio con Lucia, Gertrude, oscillando tra affetto e ipocrisia, le affida una commissione per i frati cappuccini. Lucia, atterrita all’idea di uscire dal monastero, cerca, scusandosi, di convincere la monaca a non affidarle l’incarico. Ma la signora reagisce mostrandosi vivamente dispiaciuta dell’ingratitudine della ragazza, al punto che la fanciulla rinuncia a opporsi.

Quando Lucia sta per uscire dal chiostro, Gertrude la guarda allontanarsi e solo per un attimo il rimorso l’afferra e la richiama alla grata, ma subito si ricompone e si limita a rinnovare le sue raccomandazioni alla giovane.

È questa l’ultima immagine della monaca di Monza che Manzoni ci offre nel romanzo.

Riassunto capitolo 20 Promessi Sposi: il rapimento di Lucia

Lucia s’incammina verso il convento dei Cappuccini, per una strada costeggiata da alti cespugli che la ricoprono. Intravvede una carrozza ferma: sono i bravi dell’Innominato, guidati dal Nibbio, che fingono di avere incertezze sul percorso. Al sopraggiungere di Lucia le si avvicinano per chiedere informazioni. Lucia accenna la risposta, ma non termina la frase perché i bravi e il Nibbio, aiutati da “uno sgherro d’Egidio”, la rapiscono e la forzano a salire in carrozza.

Lucia è spaventata, i bravi cercano, nella loro maniera, di rincuorarla, ma ella sviene. Rinvenuta, alterna alle lacrime preghiere, urla, domande, suppliche: è alla mercé di ignoti, ignara anche del motivo che li induce a farle del male.

La giovane, smarrita e sofferente, richiama i bravi alla morte, certa per tutti, e al giudizio di un Dio misericordioso; poi, nella sua inconfondibile spiritualità, si raccoglie in un sublime isolamento («si strinse il più che poté, nel canto della carrozza…») e si rivolge «a Colui che tiene in mano il cuore degli uomini, e può, quandovoglia, intenerire i più duri».

Capitolo 20 Promessi Sposi: l’Innominato attende l’arrivo di Lucia al castello

Intanto, chiuso nel suo «castellaccio», l’Innominato attende con ansia l’arrivo della carrozza. È inquieto, inaspettatamente terrorizzato da quella sua nuova crudeltà. Da una finestra del castello, vede arrivare la carrozza ed è tentato di dare disposizoni perché la giovane venga portata direttamente da don Rodrigo. Ma un «no imperioso» sorto dentro di lui glielo impedisce.

Capitolo 20 Promessi Sposi riassunto: l’Innominato invia la vecchia serva incontro a Lucia

L’Innominato chiama una vecchia serva, nata e vissuta nel castello, completamente assoggettata al sistema che vige lì dentro.

La vecchia, da giovane, aveva sposato uno dei bravi dell’Innominato, morto poco dopo in una spedizione comandata dal signore. Questi ne aveva vendicato subito la morte e tale gesto le aveva procurato «una consolazione feroce» e ora trovarsi sotto tale protezione la rende orgogliosa.
Pigra e stizzosa, la vecchia serva vive in quel castello isolata, per sua scelta, dal resto del mondo: gli unici contatti umani sono con «quella masnada di sgherri» per i quali «vecchia, era il suo appellativo usuale». Da essi riceve comandi, rimproveri e ringraziamenti sempre e solo «conditi di beffe e d’improperi», ma il suo turpiloquio è peggiore di quello dei bravi.

L’Innominato ordina alla vecchia di andare incontro alla carrozza, con l’ordine di fare coraggio a Lucia. Rimasto solo, alza gli occhi al cielo: il sole sta tramontando e le nuvole dapprima «brune» si fanno «di fuoco». Poi inizia a camminare per le stanze con passo nervoso.

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