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Rerum Novarum di papa Leone XIII: i concetti chiave

Rerum Novarum è il titolo dell’enciclica – ossia una lettera pastorale emanata dal papa – pubblicata il 15 maggio 1891 da papa Leone XIII (1878-1903), successore dell’intransigente papa Pio IX, come risposta cristiana alla questione operaia.

La dottrina sociale della Chiesa cattolica

Nel contesto della prima Rivoluzione industriale, caratterizzata da profonde disuguaglianze sociali e sfruttamento industriale, la Rerum Novarum (letteralmente “Cose nuove”) di Leone XIII gettò le basi della dottrina sociale della Chiesa cattolica, teorizzando la necessità di un accordo fra lavoratori e datori di lavoro imperniato sulla tutela dei diritti dei primi e sui valori della solidarietà cristiana. Criticò sia il socialismo sia il marxismo, affermando la legittimità della proprietà privata e condannando la lotta di classe.

Il socialismo individuava nella proprietà privata l’origine di tutti i mali della società. Il marxismo considerava la storia umana come storie delle lotte per la conquista del potere da parte delle diverse classi sociali.

Queste nuove ideologie avevano in comune un atteggiamento ostile verso la Chiesa e verso la religione. Verso la Chiesa, in quanto considerata alleata delle classi dominanti; verso la religione, in quanto considerata strumento con cui le classi dominanti stesse mantenevano sottomesse le classi più umili.

In opposizione a queste ideologie, ma soprattutto come risposta alla questione sociale, il papa Leone XIII, al secolo Gioacchino Pecci (1810-1903), promulgò il 15 maggio 1891 l’encliclica Rerum Novarum. Nell’enciclica Rerum Novarum si tracciavano le linee del comportamento cristiano nella società industriale.

L’originalità dell’enciclica risiede nella sua mediazione: il papa, ponendosi esattamente a metà strada fra le parti, ammonisce i lavoratori a non ricorrere alla lotta di classe, ossia ad azioni rivoluzionarie contro i detentori della ricchezza; al contempo richiede ai datori di lavoro di mostrare maggiore sensibilità verso le rivendicazioni operaie, riconoscendo i diritti sindacali e l’aspirazione a salari più equi e a un livello di vita più dignitoso. Il papa invita le parti sociali a cooperare in armonia e accordo, auspicando la creazione di associazioni sia di soli operai sia miste di operai e datori di lavoro. Invita, infine, gli operai cristiani a costituire proprie società piuttosto che aderire a un’organizzazione contraria allo spirito cristiano e al bene pubblico.

Il contenuto dell’enciclica Rerum Novarum può essere riassunto in quattro punti:

  • è ribadito il diritto naturale della proprietà privata, ma si sottolinea la sua funzione sociale;
  • è contestato l’assenteismo dello Stato liberale, ricordando e ribadendo che è compito dello Stato promuovere il benessere pubblico e privato;
  • agli operai si ricordano i doveri che hanno nei confronti degli impenditori, ma è altresì affermato che è loro dovuto un giusto salario, contestando la concezione puramente economica del lavoro;
  • è condannata la teoria della lotta di classe, ma è riconosciuto agli operai il diritto di associarsi per difendere i loro diritti.

 

 

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