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Fabula e intreccio: cosa sono, differenza, esempi

Fabula e intreccio riguardano l’ordine in cui l’autore decide di narrare gli eventi in un testo narrativo. Cosa sono allora la fabula e l’intreccio? Come distinguerli? Quando fabula e intreccio coincidono? Che differenza c’è tra fabula o intreccio?

Procediamo con ordine.

Che cos’è la fabula?

La fabula o storia è il racconto dei fatti in ordine cronologico, cioè nella loro successione temporale, e logico (dalle cause si passa alle conseguenze).

Che cos’è l’intreccio?

L’intreccio o trama invece è l’insieme degli avvenimenti narrati in ordine diverso da quello in cui sono accaduti. Per comprendere il testo allora devi riordinare i fatti nel loro giusto ordine logico e cronologico.

Qual è la differenza tra fabula e intreccio?

La fabula è costituita dai soli eventi fondamentali, l’intreccio invece è arricchito da fatti accessori e da sequenze.

Fabula e intreccio coincidono quando l’autore presenta gli eventi nell’ordine in cui sono accaduti. È la scelta che caratterizza le narrazioni più semplici, come ad esempio le fiabe e le favole.

Fabula e intreccio non coincidono quando sono presenti delle anacronie, cioè sfasature temporali: analessi e prolessi.

Vediamo in dettaglio in cosa consistono le analessi e le prolessi.

Analessi

Nell’analessi o retrospezione o flashback la narrazione viene interrotta per raccontare eventi avvenuti prima della storia che si sta narrando. L’analessi o retrospezione o flashback può essere introdotta da espressioni come alcuni anni fa, molto tempo prima o da verbi che rimandano ad avvenimenti precedenti, come ricordare, pensare; di solito è segnalata dall’uso di tempi verbali che esprimono anteriorità (per esempio, il trapassato prossimo).

Prolessi

Nella prolessi o anticipazione o flashforward la narrazione è interrotta per anticipare dei fatti futuri. Può essere introdotta da espressioni come molti anni dopo, in seguito, che fanno riferimento a momenti successivi, ed è spesso segnalata dall’uso di tempi verbali che indicano posteriorità (per esempio il condizionale passato, il futuro semplice e il futuro anteriore).

Analessi e prolessi esempi

Con l’uso delle anacronie (analessi e prolessi) si possono ottenere effetti come:

l’inizio in medias res: cioè “iniziare nel bel mezzo degli eventi”; all’inizio della narrazione il lettore si trova quindi già in mezzo ai fatti, per poi recuperare, attraverso l’analessi, gli eventi accaduti in precedenza. L’Odissea ad esempio è proprio costruita in questo modo: Odisseo, il protagonista, ospite di Alcinoo, re dei Feaci, rievoca il passato e, procedendo a ritroso nel tempo, narra alla corte le avventure vissute durante la navigazione nel Mediterraneo. Dopo che Odisseo viene accompagnato a Itaca dai Feaci, fabula e intreccio si ricollegano e procedono parallelamente, fino alla fine del poema, al momento in cui Odisseo uccide i Proci e si ricongiunge con la moglie Penelope;

l’autore inizia il racconto dalla fine e ricostruisce gli antefatti che hanno portato a quella conclusione. È questo ad esempio il modo di procedere dei racconti e romanzi polizieschi, molti dei quali prendono avvio dal ritrovamento del cadavere, e dei racconti di memorie e di confessioni. Ad esempio Il fu Mattia Pascal di Luigi Pirandello comincia a vicenda conclusa e la narrazione dei fatti accaduti al protagonista inizia dal terzo capitolo con la rievocazione, da parte di Mattia stesso, della sua vita passata;

l’autore segue un intreccio ingarbugliato e apparentemente casuale e la narrazione sembra procedere senza una logica razionale. Ne è un esempio La coscienza di Zeno, romanzo di Italo Svevo in cui il protagonista rievoca la propria esistenza attraverso il filtro della coscienza, intrecciando il presente con il passato e il futuro, alternando continuamente i piani temporali, con una tecnica detta “narrazione a incastro“.

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