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Il Canzoniere di Umberto Saba riassunto

Il Canzoniere di Umberto Saba: la struttura e i caratteri generali

Il Canzoniere di Umberto Saba viene pubblicato nel 1921, dopo che l’autore stesso aveva dato alle stampe alcune raccolte parziali. Nel 1945 Saba cura una seconda edizione dell’opera, di molto accresciuta, mentre la terza edizione, definitiva, uscirà postuma nel 1961. La raccolta è suddivisa in una serie di sezioni disposte in ordine cronologico, che si riferiscono ai diversi periodi dell’esistenza dell’autore.

Del suo Canzoniere Saba ha scritto in terza persona: «Il Canzoniere è la storia di una vita, povera (relativamente) di avvenimenti esterni; ricca a volte, fino allo spasimo, di moti e di risonanze interne, e delle persone che il poeta amò nel corso di quella lunga vita, e delle quali fece le sue figure». In effetti, già nel 1913, il Canzoniere fu concepito come un libro in costante accrescimento, nel quale è realizzata una vera e propria autobiografia in versi, dalla quale emerge una concezione della poesia molto lontana sia dal modello di poeta-vate offerto in quegli anni da Gabriele D’Annunzio, sia dai poeti che privilegiavano lo sperimentalismo appariscente delle avanguardie.

Il Canzoniere di Umberto Saba: i temi

Il Canzoniere rispecchia l’umanità di Saba, nella quale convivono la gioia e il dolore, l’amore per la vita e l’angoscia esistenziale, la solitudine e le ragioni della solidarietà. Tra i temi assume un’importanza decisiva quello autobiografico dell’infanzia (in particolare nelle sezioni “Autobiografia”, del 1924, e “Il piccolo Berto”, del 1929-31), ricco di implicazioni psicoanalitiche: l’abbandono da parte del padre e la durezza della madre, che spinge il bambino a riversare il proprio bisogno d’affetto sulla balia, sono rievocati e riconosciuti come le cause di quel tormento interiore che lacera il Saba adulto, sofferente di nevrosi. A questo tema si collega quello del complesso rapporto con le donne (la moglie, in primo luogo), nelle quali il poeta cerca dei sostituti dell’immagine materna, nonostante l’apparente naturalezza con cui l’eros è presentato in poesie come A mia moglie (compresa nella sezione “Casa e campagna”, del 1909-10). Altra grande protagonista del Canzoniere è la città di Trieste, a cui è dedicata in particolare la sezione “Trieste e una donna” (di cui fa parte la poesia Trieste) del 1910-12: i suoi luoghi rappresentano per il poeta “angoli” in cui isolarsi o, più spesso, occasioni per immergersi nella «vita di tutti», riscoprendo nuovamente un senso di partecipazione e di solidarietà.

Il Canzoniere di Umberto Saba: i caratteri formali

Formatosi come autodidatta, Saba conosce e ammira i classici della poesia italiana, primo fra tutti Leopardi, mentre ignora il laboratorio delle sperimentazioni contemporanee.
La crisi della parola, che investe la poesia novecentesca, non tocca dunque il suo linguaggio, fatto di lessico quotidiano e di termini desueti tratti dalla tradizione.
A differenza degli ermetici, Saba predilige la parola che definisce le cose con precisione, anziché essere evocativa o allusiva, e la struttura sintattica articolata e chiara. Ancora in controtendenza rispetto alla lirica del primo Novecento, il Il canzoniere presenta schemi metrici tradizionali, recuperando in particolare l’uso delle rime, che conferiscono una musicalità scorrevole ai versi, e la forma classica del sonetto.

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