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Il cervo alla fonte e il leone, Esopo riassunto e morale

Il cervo alla fonte e il leone, di Esopo (favolista greco del VI secolo a.C).

Il cervo alla fonte e il leone – Dopo aver bevuto a una fonte, un cervo rimase ad osservare la sua immagine riflessa nell’acqua. Si sentiva tutto orgoglioso delle corna, di cui ammirava la grandezza e il ricco disegno, ma delle gambe non era soddisfatto, perché gli parevano scarne e fragili.

Mentre stava ancora riflettendo ecco che un leone si mette a inseguirlo. Il cervo si dà alla fuga e riesce per un bel pezzo a tenerlo a distanza, perché la forza dei cervi risiede nelle gambe, come quella dei leoni nel cuore.
Quando però il cervo giunse in un bosco accadde che le corna gli si impigliarono nei rami; allora non poté più correre e fu preso dal leone.

Mentre stava per morire disse a se stesso: «Me disgraziato! Quelle gambe che tanto disprezzavo mi offrivano la salvezza, e mi tocca invece morire proprio per colpa di quello in cui riponevo tutta la mia fiducia!».

Qual è la morale della favola Il cervo alla fonte?

Morale: non bisogna fermarsi all’aspetto esteriore; la bellezza e la forza fisica non sono sempre d’aiuto, mentre le cose apparentemente più fragili possono diventare nel momento del bisogno grandi alleate.

Le favole di Esopo sul sito Studia Rapido:

 

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