La Scuola di Atene è il grande affresco (500×770 cm) realizzato da Raffaello Sanzio tra il 1510 e il 1511 nella Stanza della Segnatura, una delle quattro Stanze Vaticane, poste all’interno dei Palazzi Apostolici, parte dei Musei Vaticani, adibita a biblioteca privata del papa.
Chi ha commissionato La Scuola di Atene di Raffaello?
La Scuola di Atene fu commissionata a Raffaello da papa Giulio II della Rovere (1503-1513). Egli incaricò Raffaello di decorare quattro stanze dei Palazzi Vaticani: Stanza della Segnatura, Stanza di Eliodoro, Stanza dell’Incendio di Borgo, Stanza di Costantino. Nelle stanze si alternano rappresentazioni allegoriche relative alla teologia, alla scienza, alla filosofia, alla giustizia, alla politica, all’arte.
Che cosa raffigura Raffaello nella Scuola di Atene? – Il significato dell’opera
La Scuola di Atene si presenta come una celebrazione della sapienza antica: riassume tutta la storia del pensiero filosofico centrato attorno alle posizioni di Aristotele e Platone. I due massimi filosofi dell’antichità sono dipinti al centro di un edificio di grandi dimensioni, con chiara allusione all’importanza che l’essere umano ha assunto nel Rinascimento.
Scuola di Atene personaggi
La scena è occupata da ben 58 personaggi, tra cui filosofi e matematici di epoca classica, ad alcuni dei quali però Raffaello diede i volti di artisti a lui contemporanei, per omaggiarli e per ribadire la dignità intellettuale dell’artista moderno.
Al centro della Scuola di Atene, ideale fulcro prospettico, sono raffigurati Platone e Aristotele.
A sinistra si trova Platone. Ha il volto di Leonardo da Vinci e sotto il braccio ha il Timeo, che tratta della genesi dell’universo. Con il dito indica verso l’alto ad indicare il Mondo delle Idee, l’iperuranio, centrale nel suo pensiero, come sola realtà. Sulla destra si trova, invece, Aristotele, che sembra somigliare a Bastiano da Sangallo. Aristotele regge l’Etica Nicomachea e punta la mano verso lo spettatore ad indicare l’unica realtà esistente, le idee immanenti nelle cose stesse.
Alla base dell’edificio, ai due lati della scalinata, sono posti in evidenza due filosofi attorniati da studenti. A sinistra è Pitagora, mentre legge un grosso libro e un altro personaggio gli regge una tavoletta. Sulla tavoletta sono stati individuati la tetraktys e la suddivisione tipica dei pitagorici dell’ottava musicale.
A sinistra è Euclide (secondo alcuni Archimede), con i tratti somatici del Bramante. È il sommo rappresentante della Geometria. Si curva sopra la lavagna e misura con il compasso una figura geometrica a forma di stella.
Altri filosofi identificabili sono: sulla destra Tolomeo con il globo terrestre in mano, assertore del sistema geocentrico; di fronte è riconoscibile Zoroastro, il leggendario scopritore dell’Astronomia quale scienza e studio del movimento dei corpi celesti. Ha in mano un globo celeste trapunto di stelle.
Alla destra di Platone, sulla scalinata c’è Socrate, con una tunica verde bottiglia, indentificato per le somiglianze con i busti antichi che lo raffigurano. Argomenta con i suoi interlocutori.
Sdraiato sui gradini è Diogene, denominato il Cinico. Con l’abito lacero, manifesta con il suo atteggiamento l’essenza del suo pensiero ovvero il rifiuto delle convenzioni sociali e il ritorno alla Natura.
Sul davanti, a sinistra c’è Epicuro, coronato di pampini. Ragiona sull’Edonismo, principio cardine del suo pensiero secondo cui la Sensazione è considerata l’unico criterio di verità.
La figura con il turbante, dietro Pitagora, è identificata con Averroè, il filosofo arabo celebrato da Dante per il “gran commento” (Inferno, IV, 144).
Seduto solo in primo piano, con il capo appoggiato sul braccio, la figura di Eraclito, che scrive su un parallelepipedo. Eraclito sembra meditare con tristezza sul principio del suo pensiero che si basò sulla consapevolezza dell’eterno fluire di ogni cosa (“Panta rei”). Un Eraclito con le sembianze di Michelangelo. Omaggio offerto a Michelangelo, che nello stesso periodo stava lavorando agli affreschi della Cappella Sistina.
A destra di Aristotele, con abiti contemporanei, Raffaello raffigura se stesso, vicino la colonna e altri personaggi del suo tempo. Riconosce loro il ruolo di intellettuali, ponendoli sullo stesso piano dei filosofi antichi e indicando l’unione e la continuità tra sapere antico e moderno.
La Scuola di Atene di Raffaello – Analisi dell’opera
Tutta la scena è collocata all’interno di un’architettura monumentale di gusto classicheggiante, dove lo spazio si sviluppa in una serie di arcate a tutto sesto che danno il senso della prospettiva.
Le pose e la plasticità delle figure, la precisione delle linee insieme all’uso di intensi chiaroscuri ricordano Michelangelo, ma Raffaello toglie qualsiasi drammaticità alla scena che è inondata di luce, la quale va a valorizzare i colori chiari.