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Età napoleonica: dagli anni dell’ascesa alla morte

L’Età napoleonica e il suo protagonista: l’ascesa di Napoleone, la presa del potere, la creazione dell’Impero francese, l’esilio, i cento giorni, la morte. Riassunto scorrevole, schematico e completo.

Età napoleonica: la prima campagna d’Italia

Nominato generale in capo dell’armata d’Italia (2 marzo 1796), Napoleone condusse la Prima campagna d’Italia (aprile 1796 – aprile 1797) con uomini male armati e dotati di scarsa disciplina, rivelando così il suo genio militare.

Coadiuvato da generali ricchi di esperienza come Massena, Sérurier e Augereau, Napoleone piegò infatti i Piemontesi e gli Austriaci con una serie ininterrotta di vittorie (Cairo Montenotte, Millesimo, Dego, Mondovì, Castiglione, Lodi, Arcole, Rivoli); i Francesi entrarono a Milano (15 maggio 1796) favorendo, poi, la nascita delle cosiddette repubbliche giacobine o repubbliche sorelle: la Repubblica Transpadana (novembre 1796) e la Repubblica Cispadana (dicembre 1796) riunite nella Repubblica Cisalpina (giugno 1797), che comprendeva la Lombardia, l’Emilia e la Romagna. Nacque proprio in quest’ambito la bandiera tricolore italiana.

La Pace di Campoformio

Scavalcando lo stesso Direttorio, che gli aveva affidato il comando della Prima campagna d’Italia, Napoleone trattò con i suoi avversari (gli Austriaci) la Pace di Campoformio (17 ottobre 1797): la Francia si tenne la Lombardia austriaca e l’Emila-Romagna del papa; consegnò invece all’Austria tutto il territorio della Repubblica di Venezia suscitando lo sdegno dei patrioti italiani.

La Campagna d’Egitto

Raggiunto l’obiettivo di togliere la Lombardia all’Austria, il Direttorio affidò al generale Bonaparte un altro compito: colpire l’Inghilterra attraverso l’Egitto, perché, attraverso il Mar Rosso, l’Istmo di Suez e il porto di Alessandria, di lì passavano le merci della “Via delle Indie” dirette ai porti britannici.

Napoleone riuscì a vincere il primo scontro, la cosiddetta Battaglia delle piramidi (21 luglio 1798), ma la Campagna d’Egitto finì in un disastro. La flotta francese fu distrutta nella baia di Abukir (1° agosto 1798) dalla flotta inglese, comandata dall’ammiraglio Horatio Nelson, e l’esercito finì decimato dal colera e dalle truppe di origine turca dei Mamelucchi.

Età napoleonica: la presa del potere

Napoleone non assistette alla carneficina finale delle sue truppe, perché nel frattempo era rientrato in Francia (9 ottobre 1799). Con l’appoggio del fratello Luciano, di Sieyès, Talleyrand, Fouché e Murat, Napoleone organizzò un colpo di Stato (9 novembre 1799), con il quale abbatté il Direttorio e instaurò il Consolato (un regime autoritario diretto da tre consoli, di cui solo il primo deteneva realmente il potere) divenendo Primo console. In quella sede Napoleone proclamò la fine della Rivoluzione francese.

Napoleone si impadronì sia del potere legislativo che del potere esecutivo. Riorganizzò le finanze, la giustizia, creò i licei, la Legion d’onore, la Banca di Francia, fece promulgare un codice civile (il Codice napoleonico).

Ancora non del tutto consolidato nel potere a Parigi, Napoleone fu costretto ad affrettare la Seconda campagna d’Italia in cui assunse personalmente il comando delle truppe. Passate le Alpi, si scontrò con gli Austriaci a Marengo, vicino ad Alessandria (14 giugno 1800). Entrato a Milano, ne fece la capitale della Repubblica cisalpina. Poco dopo l’Austria firmò la Pace di Lunéville (9 febbraio 1801). Il 2 agosto 1802 la Francia, con un plebiscito popolare, proclamò Napoleone console a vita.

Età napoleonica: la creazione dell’Impero francese

Il consolato terminò il 18 maggio 1804 quando il senato proclamò Napoleone imperatore dei Francesi e Pio VII lo consacrò a Notre-Dame (2 dicembre 1804).

Il 1804 fu l’ultimo anno di pace per l’Europa che, per soddisfare le sue ambizioni, Napoleone insanguinò ininterrottamente per altri dieci anni.

Napoleone aveva in progetto di riconquistare tutta l’Italia e di ampliarsi a nord-est a spese della Germania. Dal 1805 in poi, allora, Austria, Russia, Prussia e Inghilterra si riunirono contro la Francia in altre successive coalizioni (sette in tutto).

Subito la flotta napoleonica fu travolta dall’ammiraglio Nelson e distrutta a Trafalgar (21 ottobre 1805), nei pressi di Gibilterra, ma sul continente le cose andarono molto diversamente. Napoleone, infatti, sbaragliò Austriaci e Russi nella battaglia di Austerlitz (2 dicembre 1805). Quindi, in cambio della pace, tolse all’Austria il Veneto. Subito dopo i suoi generali dilagarono in Italia e nel 1806 rientrarono trionfalmente a Napoli costringendo i Borbone a rifugiarsi per la seconda volta in Sicilia.

I suoi avversari scesero di nuovo in campo, ma furono battuti, finché Napoleone si trovò padrone del più vasto territorio mai posseduto in Europa da un capo di Stato, dopo Carlo V d’Asburgo. Napoleone diede nuovi nomi alle sue conquiste e ne fece dei regni  (soggetti alla Francia) per i suoi fratelli: Olanda a Luigi Bonaparte; Napoli a Giuseppe Bonaparte, poi a Gioacchino Murat; Vestfalia a Girolamo Bonaparte; Spagna a Giuseppe Bonaparte. Nasceva l’Impero francese.

Il blocco continentale

Per qualche anno, anche se prostrata, dalle spese militari, restò in armi solo l’Inghilterra. Inutilmente Napoleone tentò di affamarla proclamando il blocco continentale (21 novembre 1806), che vietava alle navi britanniche di attraccare nei porti dell’Impero per comprare grano; il Blocco servì solo per arricchire i contrabbandieri.

Nel 1808, Napoleone depose il re di Spagna e mise sul trono suo fratello Giuseppe. Gli Spagnoli diedero inizio a una guerriglia che decimò ed estenuò le truppe francesi.

Per controllare gli Asburgo, Napoleone ripudiò Giuseppina Beauharnais e sposò Maria Luisa d’Asburgo (1810), che gli diede un erede maschio.

Età napoleonica: l’esilio di Napoleone

Temendo che lo zar, restìo ad applicare il Blocco continentale, si apprestasse ad attaccarlo, contro il parere dei suoi generali, nel 1812 Napoleone diede inizio alla Campagna di Russia (per un approfondimento leggi Napoleone e la Campagna di Russia).

Sconfitto, Napoleone fu costretto ad abdicare (4-6 aprile 1814) e a ritirarsi all’isola d’Elba, mentre sul trono saliva Luigi XVIII di Borbone, fratello del re ghigliottinato durante la Rivoluzione francese, Luigi XVI. Intanto il Congresso di Vienna iniziava la ridefinizione della carta d’Europa.

Età napoleonica: i cento giorni di Napoleone

Nel 1815, Napoleone fuggì dall’isola d’Elba e il 1° marzo 1815 rientrò in Francia. Seguirono i cento giorni di Napoleone, durante i quali riprese il potere mentre gli avversari formavano una settima coalizione (Inghilterra, Prussia, Russia, Austria). Napoleone marciò sul Belgio e a Waterloo (18 giugno 1815) è battuto definitivamente.

Età napoleonica: la morte di Napoleone

Napoleone si consegnò agli Inglesi, che lo deportarono nell’isola di Sant’Elena, un’isoletta sperduta al largo dell’Africa occidentale, dove morì sei anni dopo, il 5 maggio 1821. Le sue ceneri vennero riportate in Francia nel 1840.

Poco dopo aver appreso la notizia della morte di Napoleone, Alessandro Manzoni scrisse la famosa ode Il cinque maggio.

Leggi anche La vita privata di Napoleone Bonaparte

 

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