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Spettacoli teatrali nell’antica Grecia

Spettacoli teatrali nell’antica Grecia: riassunto di letteratura greca

Nell’antica Grecia gli spettacoli teatrali (un’istituzione tipicamente greca, poi ereditata e diffusa dai Romani: per un approfondimento leggi Spettacoli teatrali nell’antica Roma) svolgevano un’importantissima funzione culturale e civile. Gli spettacoli teatrali coinvolgevano l’intera comunità cittadina, al di là di ogni differenza sociale e culturale.

Spettacoli teatrali nell’antica Grecia: occasioni e organizzazione

Le rappresentazioni avvenivano in occasioni di solenni feste religiose. Di queste le più importanti, ad Atene, erano le Grandi Dionisie, in onore di Dioniso, il dio del vino: venivano celebrate all’inizio della primavera, quando ormai era cominciata la stagione della navigazione e la città si riempiva di forestieri. In quell’occasione gareggiavano tre tragediografi, ognuno con tre tragedie (oltre a una rappresentazione chiamata «dramma satiresco»), e cinque commediografi, ciascuno con una commedia: un programma imponente, che impegnava gli spettatori (agli spettacoli assisteva una media di 15.000-20.000 persone) per quattro giorni, dal mattino al tramonto. Al termine degli spettacoli una giuria designava il vincitore.

Era l’arconte eponimo (così chiamato perché dava il nome all’anno durante il quale durava la sua carica) a selezionare i poeti tragici e comici che avrebbero partecipato al concorso. Egli inoltre doveva provvedere al reperimento dei fondi per la rappresentazione, individuando alcuni cittadini facoltosi che finanziassero le opere da allestire.
Sotto Pericle (V secolo a. C.) lo stato giunse a corrispondere  ai cittadini poveri, per consentire loro di assistere agli spettacoli, un’indennità in denaro, che infatti si chiamava teorico (theorikón, da theoréin, “vedere”).

Spettacoli teatrali nell’antica Grecia: generi e contenuti

Nelle commedie erano particolarmente espliciti i riferimenti alla realtà contemporanea, arricchite da caricature e polemiche, anche violente, contro personaggi eminenti del momento. Il dissenso delle piccole minorenze, infatti, che nell’assemblea non avrebbero trovato attenzione o sarebbe stato sommerso dalle reazioni della maggioranza, si manifestava a teatro in un’atmosfera di intensa partecipazione emotiva, che accommunava tutti. L’importante era che, manifestando i propri sentimenti (l’entusiasmo come la riprovazione, il riso come il pianto), i cittadini si riconoscessero parti di uno stesso universo, comunicassero, socializzassero.

A volte anche le tragedie avevano per argomento fatti di storia recente o addirittura di scotttante attualità, come I Persiani di Eschilo, che metteva in scena lo scontro tra Greci e Persiani (seconda guerra persiana).
Ma la principale fonte di ispirazione della tragedia greca era il mito, che forniva agli autori temi e personaggi. Attraverso il mito si proponeva al pubblico della polis una riflessione collettiva sui propri valori, sulla giustizia, sulla condizione umana. Il pubblico rivivendo le sofferenze dell’eroe tragico, veniva coinvolto in avvenimenti passati, ma da esso vissuti come contemporanei.

La diffusione degli spettacoli teatrali fu prorompente in tutto il mondo greco e presto non esistette una polis degna di questo nome che non mettesse in scena, periodicamente, i suoi spettacoli teatrali.

Della sterminata produzione teatrale greca ci è rimasta una parte minima ma di altissimo livello artistico, legata soprattutto ai nomi dei tragediografi Eschilo, Sofocle ed Euripide, e del commediografo Aristofane.

Sul sito Studia Rapido: Teatro greco: struttura e architettura, riassunto

 

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