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Annibale e gli elefanti attraversano le Alpi

Annibale, verso la fine di settembre del 218 a.C., anno d’inizio della seconda guerra punica, attraversò le Alpi per raggiungere l’Italia, con la sua armata formata da 30mila soldati, 15mila tra cavalli e muli, e 37 elefanti da guerra africani (animali che i Romani avevano già conosciuto in occasione della guerra contro Pirro).

Una parte di essi (uomini e animali) morì sui monti; molti persero la vita a causa del clima freddo e umido della Valle Padana; altri ancora perirono nel fiume Trebbia, durante la battaglia contro i Romani. Sopravvisse un solo elefante, il leggendario Surus, che però morì di malaria poco dopo.

Durante la seconda guerra punica, il grande generale cartaginese Annibale Barca sconfisse i Romani in quattro battaglie principali: battaglia del Ticino (218 a.C.), battaglia della Trebbia (218 a.C.), battaglia del lago Trasimeno (217 a.C.), battaglia di Canne (216 a.C.). Poi si fermò a Capua, dove progettava di organizzare una coalizione di popolazioni italiche contro Roma.

Il disegno di Annibale però non ebbe successo e Roma si riorganizzò, affidando la guerra a Publio Cornelio Scipione, poi detto l’Africano perché portò la guerra in Africa, dove sconfisse definitivamente Annibale nella battaglia di Zama (202 a.C.). I Cartaginesi dovettero allora consegnare la flotta, pagare i danni di guerra e subordinare la propria politica estera al giudizio di Roma.

La terza guerra punica (149-146 a.C.) portò alla conquista e alla distruzione di Cartagine a opera di Scipione Emiliano.

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