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Romolo Augustolo, ultimo imperatore romano

Romolo Augustolo fu l’ultimo imperatore romano. Il 4 settembre 476 d.C. Odoacre, capo dei contingenti barbarici in Italia, depose Romolo Augustolo, ultimo imperatore di Roma; non lo uccise, ma lo esiliò in Campania. Odoacre consegnò le insegne imperiali all’imperatore d’Oriente Zenone, che riconobbe a Odoacre il potere di governare in Italia. L’anno 476 è tradizionalmente considerata dagli storici data di inizio del Medioevo.

Il breve regno di Romolo Augustolo

Dopo la morte dell’imperatore Valentiniano III (455 d.C.), si succedettero ben otto imperatori fino al 475 quando il generale Oreste riuscì a far proclamare imperatore il figlio tredicenne. Per ironia della sorte, il nuovo sovrano si chiamava Romolo, proprio come il fondatore di Roma. Fu presto soprannominato Augustolo, cioè «piccolo Augusto», forse per la sua giovane età, oppure per disprezzo.

Romolo Augusto rimase sul trono per circa un anno, ma non detenne mai un’autorità reale. Il potere fu nelle mani del padre, il generale Oreste.

Il potere di Oreste, però, si basava sulla promessa fatta alle milizie germaniche presenti in Italia di applicare il sistema dell’ospitalit๠anche alla penisola. Poiché Oreste non mantenne fede al patto, le truppe barbariche si ribellarono e proclamarono come loro sovrano il generale Odoacre.

Odoacre (che applicò il sistema dell’ospitalità anche all’Italia, dove per la prima volta soldati germanici si stanziarono stabilmente) esiliò Romolo Augustolo in Campania e inviò le insegne imperiali a Costantinopoli: voleva dire, con questo, che l’unico imperatore romano era ormai quello dell’Impero romano d’Oriente.

Odoacre si proclamò «re delle genti» (rex gentium) e governò l’Italia in quanto «patrizio» riconosciuto dall’imperatore orientale. Questo atto segnò la fine dell’Impero Romano d’Occidente.

¹L’ospitalità prevedeva che funzionari e militari dell’Impero ricevessero viveri e alloggi nelle zone dove si acquartieravano. Si trattava quindi di assegnazioni temporanee, ma col tempo divenne sempre più difficile fare a meno dell’apporto dei Germani nell’esercito e impedire che i loro stanziamenti divenissero del tutto stabili.

 

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