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Scoperte geografiche: i protagonisti e le conseguenze

Le scoperte geografiche del 1400-1500 sono rese possibili dalle grandi innovazioni tecnologiche che riguardano le navi e gli strumenti di navigazione.

Vengono infatti perfezionati strumenti già noti come la bussola e l’astrolabio (usato per determinare la propria posizione in base alle stelle).

Si costruiscono navi veloci ma al tempo stesso robuste come le caravelle, dotate di novità tecnologiche come la vela latina, triangolare e non quadrata, in grado di sfruttare anche il vento contrario; e il timone assiale, che permette di governare la nave dall’interno, al riparo dalle intemperie.

Anche le carte geografiche e nautiche vengono migliorate grazie alle informazioni raccolte dai navigatori nei libri di bordo e nei portolani (carte con descrizione delle coste e indicazione dei porti e dei punti pericolosi per la navigazione).

Chi furono i principali esploratori delle scoperte geografiche? Quali scoperte geografiche fanno tra il 1400 e il 1500?

I primi a spingersi in mare aperto sono i Portoghesi, che, sotto la guida di Bartolomeo Diaz, nel 1488 oltrepassano il Capo di Buona Speranza, la punta meridionale dell’Africa, e raggiungono le Indie, la terra delle spezie, attraverso l’Oceano Indiano.

Nel 1492 Cristoforo Colombo, sostenuto dai sovrani spagnoli, attraversando l’Oceano Atlantico, raggiunge un nuovo continente, l’America centrale, pensando invece di essere giunto in Asia. A questa conoscenza giungerà, più tardi, il navigatore fiorentino Amerigo Vespucci. Questi, al servizio degli spagnoli si spingerà a esplorare le coste del Nuovo Mondo (1499-1502). Man mano che proseguirà, si renderà però conto che non si tratta dell’Asia (come pensava Colombo), ma di un continente sconosciuto. In suo onore a questa nuova terra si darà il nome di “America”.

Nel 1497-1498 i veneziani Giovanni e Sebastiano Caboto, al servizio dell’Inghilterra, arrivano sulle coste di Terranova e del Canada. Sebastiano, dopo la morte del padre Giovanni, nel 1508-1509 raggiunge la Baia di Hudson.

Nel 1498 il portoghese Vasco da Gama circumnaviga l’Africa e raggiunge le Indie.

La flotta del portoghese Pedro Alvares Cabrál, allontanatasi dalla costa africana per una tempesta, nel 1500 scopre una terra che chiama “Brasil”.

Nel 1519 Ferdinando Magellano al servizio del re di Spagna Carlo V raggiunge l’America del Sud e la costeggia fino alla Terra del Fuoco. Scopre così un nuovo oceano (il Pacifico) e tocca le isole Filippine dove viene ucciso. Sarà Antonio Pigafetta a completare la prima circumnavigazione del globo terrestre nel 1522. Il viaggiò di Magellano dimostrò che la Terra è sferica e che la sua circonferenza è maggiore di quanto avesse calcolato l’antico geografo Tolomeo.

Il fiorentino Giovanni da Verrazzano, inviato dalla Francia, esplora tra il 1523 e il 1524 la costa atlantica del Canada e degli Stati Uniti, compresa la baia di New York.

Le conseguenze delle scoperte geografiche

La scoperta delle nuove terre non tarda a trasformarsi in appropriazione e saccheggio delle risorse dei nuovi territori e sfruttamento delle popolazioni indigene.

I conquistadores si distinguono per brutalità e crudeltà. Tra di essi il più famoso è Hernán Cortés, che tra il 1519 e il 1524 distrugge la civiltà azteca (Messico).

Tra il 1524 e il 1546 Francisco de Montejo sottomette la civiltà dei Maya (nell’attuale Guatemala). Medesima sorte tocca tra il 1513 e il 1536 al ricco impero degli Inca (Perù) per mano di Francisco Pizarro.

Le ricchezze che giungono dai nuovi mondi rivoluzionano l’economia europea, creando un sistema commerciale di dimensione mondiale.

Prodotti fino ad allora sconosciuti cambiano le abitudini quotidiane degli europei e il loro stile di vita.

 

 

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