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Antisemitismo – significato e storia

Il termine antisemitismo, coniato nella seconda metà del XIX secolo, indica l’ideologia e l’atteggiamento persecutorio nei confronti degli Ebrei.

La storia dell’antisemitismo

Le origini

Le origini di questo pregiudizio razziale sono molto antiche.

Attestato già nel mondo greco e romano, l’antisemitismo si diffuse con il Cristianesimo: gli ebrei furono accusati di deicidio, cioè dell’assassinio di Cristo, figlio di Dio. Il popolo eletto, così definito dalla Bibbia, diventò quindi un popolo maledetto.

L’antisemitismo nel Medioevo

Nel corso dell’Europa medievale nei confronti degli ebrei si mossero le più svariate accuse: dalla diffusione della peste (La Peste Nera del Trecento) all’uccisione rituale dei bambini (esemplificative sono le storie di Simone da Trento e del Bambino crocefisso); dall’avvelenamento delle acque dei fiumi alla profanazione delle ostie consacrate.

Anche la Chiesa incoraggiò le persecuzioni. Gli ebrei furono ufficialmente espulsi dall’Inghilterra nel 1290, dalla Francia nel 1394, dalla Spagna nel 1492.

Nel 1215 il IV Concilio Lateranense sancì il principio della separazione fra cristiani ed ebrei, ai quali si cominciò ad imporre l’uso di un abbigliamento distintivo.

L’stituzione dei ghetti ebraici

La segregazione trovò il culmine con la costituzione del primo ghetto, che fu quello di Venezia, realizzato nel 1516. Poi, nel 1555, una bolla di papa Paolo IV stabilì che tutti gli ebrei residenti negli Stati Pontifici dovevano abitare in una o più vie isolate da un muro e con una sola via d’ingresso e di uscita.

Dopo quello di Roma sorsero allora i ghetti di Bologna e Ancona; fra il XVI e il XVIII secolo si edificarono ghetti a Verona, Padova, Rovigo, Ferrara, Urbino, Pesaro, Senigallia, Modena, Reggio, Mantova, Torino, Vercelli, Trieste, Casale ecc.

Durante l’Illuminismo e la Rivoluzione francese

Con l’Illuminismo e la Rivoluzione francese il pregiudizio antisemita si attenuò. Si consolidò nuovamente alla fine del XIX secolo, quando si formularono esplicite teorie razziste, che pretendavano di dimostrare l’inferiorità degli ebrei.

L’antisemitismo in Russia: i pogrom e i Protocolli dei Savi di Sion

A partire dalla fine dell’Ottocento, nell’Europa orientale, in particolare in Russia, l’antisemitismo si esercitò sistematicamente con la pratica del pogrom, veri e propri massacri collettivi.

Sempre in Russia, nei primi del Novecento, si diffusero dei falsi documenti, noti come Protocolli dei Savi di Sion. Costruiti a tavolino da agenti dei servizi segreti, questi testi erano presentati come la prova che gli ebrei stessero tramando per sovvertire il potere costituito. Ancora oggi i Protocolli continuano ad essere stampati e spacciati per autentici in alcuni Paesi.

In Germania

La manifestazione più spietata dell’antisemitismo si concretizzò nella Germania nazional-socialista.

Perché Hitler odiava gli ebrei?

Già nel 1924 nel suo libro Mein Kampf (La mia battaglia) Adolf Hitler aveva teorizzato l’eliminazione di tutti gli ebrei perché inquinatori della pura razza ariana e occulti dominatori della scena mondiale.

Nel 1935 furono promulgate le Leggi di Norimberga che stabilirono l’esclusione dei non-ariani dalla cittadinanza tedesca.

Fra il 1942 e il 1945 si organizzò l’Endlösung, la “soluzione finale della questione ebraica”, che prevedeva l’eliminazione fisica di tutti gli ebrei.

Sono ormai tristemente noti i numeri della Shoah, termine ebraico che significa “distruzione”, “catastrofe”, con cui è ricordato lo sterminio degli ebrei nei campi nazisti.

Dalla ricostruzione fatta dagli storici risulta che nei campi di concentramento si uccisero almeno 6.000.000 di ebrei: due terzi della popolazione ebraica europea. La comunità ebraica che pagò il prezzo più alto fu quella polacca con 3.250.000 morti.

In Italia

Anche nell’Italia fascista nel 1938 furono introdotte leggi razziali per tutelare la “purezza della razza”. Gli ebrei deportati della comunità ebraica italiana furono 8 500, e di questi 7 500 non fecero più ritorno.

La Chiesa oggi condanna l’antisemitismo

Con il Concilio Vaticano II (1962-65) la Chiesa cattolica ha ufficialmente condannato l’antisemitismo: è stata negata la responsabilità degli ebrei nella morte di Cristo e sono stati condannati gli eccidi del regime nazista.

 

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