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Catullo il poeta dell’amore vita e opere

Catullo vita, opere e poetica riassunto di Letteratura latina schematico e completo.

Catullo biografia

Del poeta latino Gaio Valerio Catullo (84-54 a.C.) non sono del tutto certe né la data di nascita né quella di morte, così come i rispettivi luoghi. Di certo si sa che nacque presso il lago di Garda (forse a Sirmione) da una famiglia benestante.

Giovanissimo si trasferì a Roma per ricevere un’istruzione adeguata al suo rango sociale. La capitale era nel pieno di profondi processi di trasformazione politica e sociale (la repubblica stava vivendo il suo tramonto), accompagnati da un generale degrado morale.

A Roma, Catullo entrò a far parte dell’avanguardia letteraria dei neóteroi (poeti nuovi), poeti dai gusti ellenizzanti (il poeta greco Callimaco di Cirene era il loro modello). Costoro prediligevano i componimenti brevi e disimpegnati e rifiutavano i modelli della poesia epica.

Catullo ebbe così occasione di fare conoscenze e di stringere amicizie importanti. Queste gli permisero di frequentare case e famiglie degli esponenti politici e intellettuali più in vista. Visse tra amori e galanterie, fino all’incontro con la donna che determinò il corso della sua vita e della sua poesia: Clodia, della gens Claudia. Catullo la cantò nei suoi versi sotto lo pseudonimo di Lesbia, in omaggio alla poetessa Saffo.

All’inizio la loro storia fu vissuta con grande intensità da entrambi. Ben presto però Clodia non volle o non seppe dedicarsi a un solo amore, così cominciarono i tradimenti di lei e la gelosia e l’angoscia di lui.
Per Clodia, Catullo provò sempre una passione trascinante, che lo fece intensamente soffrire. Nelle sue poesie infatti troviamo tutte le sfumature del sentimento che lo legò alla donna: a volte di affetto e amore, a volte di ira per i tradimenti di lei.

Nel 57 a.C. partecipò a una spedizione militare in Bitinia (regione dell’Asia Minore vicina all’odierna Turchia). Qui si recò a visitare la tomba del fratello, prematuramente scomparso (ciò è riportato nel celebre Carme 101, ripreso poi da Foscolo nel sonetto In morte del fratello Giovanni).

Tornato in Italia, si ritirò nella villa di Sirmione, dove morì, a soli 30 anni, secondo le incerte notizie pervenute.

Poesie di Catullo

L’opera poetica di Catullo, intitolata Liber, consta di 116 carmi (poesie liriche) per un totale di circa 2300 versi. È ripartita in tre sezioni in base al metro e allo stile: all’inizio e alla fine le poesie più brevi, al centro le più lunghe ed erudite.

I primi 60 componimenti, detti nugae (bagattelle, cose da nulla), sono brevi e dedicati a vari temi, tra cui domina l’amore per Lesbia.

I carmi 61-68 sono detti carmina docta (poesie dotte). Sono di ampia estensione e dedicati ai temi mitologici.

I carmi 69-116 sono epigrammi, ossia brevi liriche in distici elegiaci di argomento prevalentemente erotico.

Il libro, scherzosamente definito da Catullo come libellus (“libretto”), contiene poesie di contenuto elevato e colto, epigrammi ed elegie di vario argomento ma, soprattutto, carmi in cui sono protagonisti Lesbia-Clodia e lo sfortunato amore per lei, accanto all’amicizia e alla celebrazione della natura.

Lo stile dei suoi versi è formalmente perfetto ed elegante; c’è la ricerca di termini volutamente raffinati.

Le liriche di Catullo ebbero subito un grande successo, nonostante l’opinione di Cicerone. Influenzarono i poeti elegiaci dell’età augustea, come Tibullo, Properzio e Ovidio, ma anche Orazio e Virgilio.

Catullo fu amato da Petrarca, dagli Umanisti e dal Foscolo. Questi tradusse la Chioma di Berenice e si ispirò al carme 101 per il sonetto In morte del fratello Giovanni.

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