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Il gruppo dei tetrarchi di Venezia – descrizione

Il gruppo dei tetrarchi di Venezia è uno degli esempi più conosciuti di arte tardoimperiale, giunto a Venezia da Costantinopoli.

Il gruppo dei tetrarchi, infatti, si trovava a Costantinopoli assieme ad un vasto gruppo statuario, nella piazza monumentale nota come Philadelphion. Venne saccheggiato durante la quarta crociata.

Descrizione del gruppo dei tetrarchi di Venezia

Rappresenta una scultura emblematica, innanzitutto per il suo colore. È infatti realizzata in porfido rosso egiziano, una pietra che richiama il colore della porpora, segno della maestà imperiale. Per questo motivo nel IV secolo il porfido rosso era utilizzato solo per i monumenti ufficiali ed era vietato ai comuni cittadini.

Il gruppo dei tetrarchi trasmette l’idea della pari dignità dei quattro reggitori dell’Impero, le cui figure sono semplici variazioni di una medesima forma di base.

Tutti indossano infatti lo stesso abito, col copricapo pannonico, il palaudamentum, e la corazza (lòrica); impugnano una spada con l’elsa a forma di testa d’aquila, probabilmente secondo un modello di origine sasanide.
Gli augusti però hanno la barba, a significare la loro maggiore anzianità rispetto ai cesari, e cingono con un braccio i loro colleghi di governo: hanno quindi una maggiore autorità.

L’opera è attribuita a maestranze egiziane, anche per la loro specializzazione nel trattare la durissima pietra del porfido.

Il gruppo dei tetrarchi è considerato, oltre che il simbolo della tetrarchia stessa instaurata da Diocleziano, un capolavoro della scultura tardoantica. Sono evidenti le caratteristiche di essenzialità e simbolismo di quest’epoca di rottura nella tradizione artistica, priva ormai quasi del tutto di richiami allo stile ellenistico.

A conferma della provenienza bizantina delle statue, a metà del XX secolo è stato ritrovato il frammento col piede mancante della statua di sinistra sul lato est. Oggi il frammento si trova al Museo Archeologico di Istanbul.

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