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Henri Matisse e la corrente dei Fauves

Henri Matisse nasce il 31 dicembre 1869 a Cateau-Cambrésis da una famiglia di commercianti di granaglie e di negozianti di colori.

Compie gli studi in legge a Parigi e lavora presso uno studio legale, ma abbandona la carriera giuridica per dedicarsi alla pittura.

Nel 1891, a 32 anni, Henri Matisse si trasferisce a Parigi e si iscrive all’Accademia Julian. Frequenta poi la Scuola di Arti decorative e segue le lezioni di Gustave Moreau. Questi lo prepara per l’esame di ammissione all’École des Beaux-Arts, superato nel 1895. Stringe amicizia con Marquet, Derain e Vlaminck. Partecipa alle prime mostre, che lo fanno conoscere ai critici e ai collezionisti.

Con Derain passa l’estate del 1905 a Collioure, soggiorno che segna una tappa fondamentale nella sua carriera. Abbandona infatti il Puntinismo e accende le sue tele di colori forti e vivaci.

Henri Matisse e la corrente dei Fauves

Queste, esposte al Salon d’Automne dello stesso anno, meritano a lui e ai suoi amici, Albert Marquet, André Derain, Maurice de Vlaminck, Kees Van Dongen, Raoul Dufy, l’appellativo di fauves, bestie selvagge. L’etichetta di “fauves” è coniata con intenti denigratori da Luois Vauxcelles, critico d’arte del Gil Blas.

Henri Matisse
Henri Matisse, I tetti di Collioure, 1905, olio su tela, 59,5x 73 cm. San Pietroburgo, Ermitage

 

A irritare i visitatori del Salon sono soprattutto le esasperazioni cromatiche e le “disarmonie intenzionali” dei fauves. I colori sono usati puri, non miscelati. La tradizione francese della pittura di paesaggio insegnava invece ad attenuare i rossi, i gialli, i verdi alla ricerca di un tono neutro, verde-grigio-bruno, da modulare delicatamente.

Parti della tela restano scoperte, lasciando affiorare il tessuto.

Le singole pennellate sono ben visibili, stanno l’una accanto all’altra e assomigliano a tessere di un minuto mosaico.

I fauves utilizzano la linea di contorno per accentuare i contrasti e per annullare la tridimensionalità dei corpi e dello spazio. In tal modo si semplificano le forme.

I soggetti dei loro dipinti sono ispirati al mondo quotidiano: città, scene di interni, ritratti, paesaggi.

L’arte fauve si contrappone al gusto decorativo dell’Art Noveau e alla concezione impressionista della pittura. Sottolinea la necessità di raffigurare non tanto ciò che si vede ma ciò che si “sente” di fronte alla realtà. Henri Matisse afferma di cercare nell’oggetto “la verità intima” della sua forma, che non è quella che ci appare: per questo è necessario semplificarla.

Per comprendere il senso profondo della realtà, noi istintivamente ne indaghiamo alcune parti (cerchiamo l’espressione di un volto negli occhi, nei gesti), Henri Matisse ci insegna a cercarlo nel colore, nella linea, nelle forme, nella composizione. Così, per comprendere un quadro non dobbiamo porre l’attenzione sul significato del tema, ma sugli elementi del linguaggio visuale.

Verifichiamo questi principi nell’analisi di una sua opera, Donna con cappello.

Già nel 1907 il fauvismo, o corrente dei fauves (le “belve” dell’Espressionismo francese) può definirsi concluso. Gli esponenti proseguirono autonomamente il proprio percorso artistico.

Henri Matisse e il superamento della corrente dei fauves

Riguardo Henri Matisse, egli nel 1907 compie un lungo viaggio in Italia; nel 1911 visita Mosca. Sono due momenti importanti che gli permettono di superare il periodo fauve e indirizzare la sua arte verso la piena maturità.

Dopo essersi avvicinato per un periodo alle geometrie cubiste, realizza la serie delle odalische, di ispirazione orientalista. La famosa serie delle odalische comprende una cinquantina di tele che Henri Matisse realizza tra il 1919 e il 1929, ispirandosi a Delacroix, Ingres e Renoir. In esse l’artista esprime una sensualità solare, serena e vitale, enfatizzata dalla ricca decorazione floreale dello sfondo.

Questo è uno dei quadri della famosa serie delle odalische:

Henri Matisse
Figura decorativa su sfondo ornamentale, 1925-1926, olio su tela, Parigi, Musée Nationale d’Art Moderne

Si dedica quindi alle sculture e collabora con l’editore Albert Skira a numerosi libri illustrati, il più famoso dei quali è Jazz.

Henri Matisse
Icaro, tavola n.VII del libro Jazz, Henri Matisse, Parigi, 1947

Dal 1948 al 1951 decora la cappella del Rosario a Vence, in Costa Azzurra, dove si è trasferito dal 1917. Infine corona la sua ricerca sui colori con gli splendidi collage degli ultimi anni.

Henri Matisse
Henri Matisse, La vis, 1951, 172×82 cm. Collezione privata

 

Henri Matisse muore a Nizza il 3 novembre 1954.

L’esperienza dei fauves influenzò larga parte dell’Espressionismo europeo e in particolare l’Espressionismo tedesco che ne riprese i temi principali, ma non la carica di violenza e di angoscia che sono elementi propri dell’Espressionismo tedesco. Secondo Henri Matisse, infatti, la pittura è espressione della gioia di vivere.

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