Primo dopoguerra in Europa, riassunto

Primo dopoguerra in Europa riassunto

Negli anni successivi alla fine della Prima guerra mondiale, mentre gli Stati Uniti si impongono come nuova potenza mondiale, tutti i paesi europei, compresi i vincitori, devono confrontarsi con nuovi e drammatici problemi:

  • l’inflazione e la riconversione della produzione dal settore bellico a nuove produzioni;
  • il reinserimento dei reduci;
  • gli interventi a favore di mutilati e invalidi di guerra;
  • la mobilitazione delle masse operaie e contadine che, dopo la tragedia bellica e l’esempio della Rivoluzione russa, vogliono partecipare alla vita politica e sindacale;
  • la difficile sistemazione degli equilibri internazionali;
  • accresciuta instabilità delle istituzioni rappresentative, ovunque minacciate dalla radicalizzazione dei conflitti interni.

La Germania, uscita duramente sconfitta dalla guerra, vive un periodo di grave crisi politica ed economica a causa delle pesanti condizioni di pace imposte dai vincitori nella Conferenza di Parigi. Nel febbraio 1919 si costituisce la Repubblica di Weimar ed è varata una costituzione che trasforma la Germania in Repubblica federale, affidando al presidente alcuni poteri (nomina del cancelliere, sospensione delle garanzie costituzionali in casi eccezionali).

Nello stesso anno (1919) Benito Mussolini fonda a Milano i Fasci di combattimento. L’anno successivo (1920) Adolf Hitler fonda il Partito nazionalsocialista.

Il 28 ottobre 1922 ha luogo la marcia su Roma e Mussolini è incaricato dal re Vittorio Emanuele III di formare un nuovo governo.

In quello stesso anno, in Russia, Stalin diventa segretario del Partito comunista. Due anni dopo, alla morte di Lenin (1924), si inasprisce la tensione fra Stalin e un altro esponente del partito, Trotzkij, che nel 1927 sarà espulso. Nel 1928 Stalin vara il Primo piano quinquennale, con cui dà avvio alla collettivizzazione dell’economia dell’Unione Sovietica, che in breve diventa una grande potenza industriale.

La grave crisi finanziaria causata dal crollo della Borsa di New York del 1929 fa precipitare nuovamente la situazione. Chiudono banche e fabbriche, cresce la disoccupazione e la situazione economica e sociale diventa difficile da gestire.

In questa difficile situazione Adolf Hitler prende il potere. Nel 1933 ottiene dal presidente Hindenburg il compito di formare il nuovo governo; nel giro di pochi mesi riorganizza lo Stato tedesco, fondando il Terzo Reich (terzo impero). Il parlamento gli attribuisce pieni poteri. Un elemento centrale dell’ideologia nazista è il mito della razza ariana, posto a giustificazione della persecuzione contro gli ebrei. Dapprima con le leggi di Norimberga emanate nel 1935, agli ebrei è tolto il diritto di voto; successivamente sono segregati nei ghetti e deportati nei campi di concentramento. Molti artisti e intellettuali sono costretti a fuggire, insieme a gruppi etnici, religiosi o sociali considerati indesiderabili.

Nel 1936 ha inizio la guerra civile spagnola fra i repubblicani e i nazionalisti, guidati da Francisco Franco appoggiato da Hitler e da Mussolini. Inghilterra, Francia e Stati Uniti non forniscono alcun aiuto alla repubblica spagnola che invece può contare sull’Unione Sovietica, che invia materiale bellico e rifornimenti.

Nel marzo 1939 cade Madrid e ha inizio la dittatura di Franco. Italia e Germania firmano il Patto d’Acciaio. Pochi mesi dopo, il 1° settembre 1939, Hitler invade la Polonia. Il 3 settembre Inghilterra e Francia dichiarano guerra alla Germania. Iniza la Seconda guerra mondiale. L’Italia entra in guerra l’anno dopo, il 10 giugno 1940.

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