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Etruschi: origini, espansione, declino

La grande civiltà degli Etruschi emerge nell’VIII secolo a.C. mentre nell’Italia meridionale cominciava la colonizzazione greca. Si attestano in un’area denominata Etruria (Italia centrale). L’Etruria è la VII tra le regioni dell’Italia augustea. Comprende la Toscana, parte dell’Umbria occidentale fino al fiume Tevere, il Lazio settentrionale fino a Roma e i territori liguri a sud del fiume Magra.

Etruschi: le origini

L’origine degli Etruschi non è mai stata chiarita e già gli storici antichi avevano opinioni divergenti al riguardo.

Secondo lo storico greco Erodoto (V scolo a.C.) essi erano giunti in Italia dalla Lidia (una regione dell’Asia Minore) prima della guerra di Troia, in conseguenza di una grave carestia. Giunsero guidati da un principe, Tirreno (Thyrrenos o Tyrsenos). Da qui il nome Tirreni (Tyrsenoi) con cui li chiamavano i Greci, e quello del mare prospiciente le coste della Toscana, centro della loro civiltà (Erodoto, Storie I, 94).

Un altro storico greco, Dionigi di Alicarnasso (I secolo a.C.) rifiutò la teoria di Erodoto sulla base di osservazioni di carattere linguistico ed etnologico. Egli era convinto dell’origine autoctona, cioè locale, degli Etruschi (Dionigi di Alicarnasso, Antichità romane, I, 25-30).

Un accenno all’origine degli Etruschi si trova anche nell’opera Storia di Roma dalla sua fondazione di Tito Livio (I secolo a.C.-I secolo d.C.). Lo storico latino li collega a popolazioni scese nella penisola da Nord, da oltre le Alpi.

Gli studiosi moderni hanno appoggiato ora l’una ora l’altra di queste teorie. Sono arrivati anche ad ipotizzare che gli Etruschi siano una popolazione indigena connessa alla civiltà villanoviana.

Etruschi: la lingua

Il problema delle origini degli Etruschi è reso più complesso dalla questione della lingua. L’etrusco, infatti, non appartiene alla famiglia delle lingue indoeuropee e la sua origine è particolarmente oscura. Ricordiamo anche che questa lingua scomparve rapidamente dopo la conquista romana dell’Etruria.

Le testimonianze pervenute in lingua etrusca sono scarse. Si tratta di circa 6000 testi molto brevi (epigrafi su tombe, iscrizioni su manufatti e monumenti) che rendono difficile un’analisi della struttura della lingua. Il testo etrusco più lungo che ci è pervenuto, di circa 1200 parole, è quello scritto sulle bende di lino che avvolgevano una mummia del periodo greco-romano, trovata ad Alessandria d’Egitto.

Le fonti conosciute testimoniano che gli Etruschi importarono l’alfabeto dalle colonie della Magna Grecia. Conosciamo quindi le lettere del loro alfabeto, ma ciò non equivale a conoscere il significato delle parole. Rimane l’ostacolo delle poche fonti disponibili.

Etruschi: espansione e declino

I secoli VII e VI a.C. sono quelli della maggior espansione degli Etruschi. Essi, grazie alle loro progredite capacità tecniche, si imposero sulle meno evolute popolazioni italiche con le quali entrarono in contatto (tra gli altri i Piceni, i Dauni, i Campani, i Lucani).

Gli Etruschi arrivarono a controllare un’ampia zona della penisola, dalla Pianura Padana e dalle coste adriatiche della Romagna fino alla Campania. Anche il Lazio, punto nodale per assicurare il collegamento fra i domini del centro-Nord e la Campania, cadde sotto l’influenza etrusca. Roma stessa per un certo periodo fu sotto il controllo di sovrani etruschi. A Roma infatti regnò la dinastia etrusca dei Tarquini, che venne cacciata nel 509 a.C., quando fu proclamata la Repubblica.

In un primo tempo Etruschi e Greci stabilirono rapporti pacifici. In seguito, con la penetrazione greca nella costa salernitana e nel retroterra dell’etrusca Capua, si scatenò la rivalità commerciale e politica.

Talvolta, negli scontri armati con i Greci, gli Etruschi si allearono con i Cartaginesi. Così avvenne per il controllo della costa orientale della Corsica, decisa nel 540 a.C. dalla battaglia navale di Alalia, in cui forze etrusche e cartaginesi sconfissero i Greci di Focea, città di cui Alalia era una colonia.

Con il V secolo a.C. iniziò il declino della potenza etrusca. A nord i Celti li cacciarono dalla Pianura Padana. A sud le città greche li respinsero con una guerra culminata in una battaglia navale presso Cuma, nel 474 a.C.

Cinquant’anni dopo, nel 423 a.C., gli Etruschi persero la ricca città di Capua, in Campania, occupata dalla popolazione appenninica dei Sanniti.

Intanto cresceva la potenza romana. Roma, liberatasi dall’egemonia degli Etruschi, tra il IV e il III secolo a.C. riuscì a poco a poco a occupare tutto il loro territorio.

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