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Confronto tra Achille Ulisse ed Enea

Achille, Ulisse ed Enea sono gli eroi protagonisti dell’epica greca e latina: Achille (Iliade), Ulisse (Odissea), Enea (Eneide).

Confronto tra Achille e Ulisse / Odisseo

Achille è l’eroe principale dell’Iliade, è l’eroe greco per eccellenza, non solo per la sua imbattibile forza e per i doni divini ricevuti, ma anche perché la gloria in battaglia è il solo scopo della sua vita. Geloso del suo onore personale, ha numerosi scontri con Agamennone, che gli ha sottratto la schiava-concubina Briseide. Mostra però anche aspetti teneri: nutre un profondo sentimento di amicizia per Patroclo e si commuove di fronte al dolore del re di Troia Priamo, che gli chiede il cadavere del figlio Ettore (Priamo e Achille, il colloquio nella tenda).

Ulisse / Odisseo è tra i personaggi dell’Iliade ma è in assoluto il protagonista dell’Odissea. Odisseo, re di Itaca, è prode in battaglia, ma è famoso soprattutto per la sua capacità persuasiva e per la sua astuzia: per esempio a lui si deve l’idea dell’inganno del cavallo di legno, dentro al quale si nascondono i guerrieri che egli guida all’assalto della città di Troia; anche nelle lunghe peregrinazioni sulla via del ritorno verso Itaca, emergono la sua astuzia e il suo coraggio nell’affrontare gli ostacoli. Come Achille, Ulisse dà prova di ferocia inaudita, specialmente nella “resa dei conti” finale con i Proci (Odissea Libro XXII), e come Achille, Ulisse non si vergogna di piangere.

Achille piange mentre invoca la madre Teti seduto su uno scoglio di fronte al mare (Iliade libro I) o quando muore Patroclo (Iliade libro XVIII). Ulisse piange quando sente raccontare la sua storia da Demodoco, sull’isola dei Feaci, presso cui è ospite (Odissea Libro VIII); piange quando, finalmente approdato a Itaca, rivede il suo cane Argo (Odissea Libro XVII).

Confronto tra Achille, Ulisse ed Enea

Rispetto a Ulisse / Odisseo (protagonista dell’Odissea) e ad Achille (l’eroe dell’Iliade), Enea protagonista dell’Eneide del poeta latino Virgilio, risulta lontano sia dall’uno sia dall’altro ed è solo esteriormente assimilabile ai due eroi omerici.

Come Ulisse / Odisseo, anche Enea affronta l’esperienza del viaggio, ma sono i voleri del Fato e l’intervento degli dèi che lo conducono verso le varie tappe. Enea non ha infatti lo spirito di avventura e la curiosità di «divenir del mondo esperto» che caratterizzano Ulisse. È il senso del dovere che lo spinge a partire dopo la distruzione di Troia: s’imbarca, con in spalle il padre Anchise e tenendo per mano il figlio Ascanio, e si dirige verso le coste del Lazio, dove poi fonderà Roma.

Come Achille, anche Enea è audace, valoroso, ma, diversamente da lui, non cerca la guerra per fare bottino, per conquistarsi la gloria ed essere così ricordato tra le genti. La guerra è per lui una dolorosa necessità impostagli da eventi incontrollabili, una serie infinita di lutti e di ferocie, la negazione di tutti i valori e di tutti gli affetti. Ciò che contraddistingue in assoluto Enea è la pietas.

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