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I Poemi del Ciclo Troiano

I “Poemi del ciclo troiano” o “poemi ciclici”, scritti tra i secoli VII e VI a.C., completavano il racconto dei poemi attribuiti ad Omero (Iliade e Odissea).

Sono sei i poemi  del ciclo troiano: Cypria, Etiopide, Piccola Iliade, Iliou Persis (Caduta di Ilio), Nostoi, Telegonia.

Ad essi si dà il nome di “Poemi del ciclo troiano” o “poemi ciclici”, perché trattano lo stesso argomento, cioè l’impresa degli Achei a Troia.

 

 

Di questi poemi sono sopravvissuti pochissimi versi, ma ne conosciamo i contenuti dai riassunti stesi da Eutichio Proclo nel II secolo d.C.

I Poemi del ciclo troiano: schema riassuntivo

  • Cypria o Canti ciprii. Secondo il riassunto pervenuto, narravano gli antefatti della guerra di Troia.
    Zeus, preoccupato per il moltiplicarsi degli uomini, decide di scatenare una guerra per far diminuire il loro numero per mezzo di stragi e carneficine. A questo scopo genera Elena, che sarà la causa del primo immane scontro tra Troiani e Greci.
    La narrazione prosegue poi con il racconto delle nozze della dea marina Teti con il mortale Peleo, nozze dalle quali nascerà Achille.
    Al banchetto nuziale non è stata invitata Eris (la dea della Discordia). Questa, infuriata, lancia nel mezzo del banchetto una mela d’oro che reca la scritta «Alla più bella». Tre dee (Era, Afrodite e Atena) si contendono la mela.
    Zeus propone allora di affidare il giudizio a un bellissimo pastore, Paride.
    Il giovane è figlio di Priamo, re di Troia, abbandonato subito dopo la nascita sul monte Ida perché sua madre Ecuba aveva avuto in sogno la predizione che quel figlio saebbe stata la causa della rovina della città. Paride, salvato e allevato dai pastori, era cresciuto senza conoscere la sua vera origine.
    Le tre dee si presentano quindi a Paride offrendogli ciascuno un dono: Era la potenza e il dominio sull’intera Asia, Atena l’invincibilità in guerra, Afrodite l’amore della donna più bella del mondo.
    Paride assegna la vittoria ad Afrodite e scatena così l’ira di Era e Atena che divengono acerrime nemiche sue e di Troia.
    Paride, riammesso successivamente alla corte del padre, si reca poi a Sparta, ospite del re Menelao. Qui, con i favori di Afrodite, fa innamorare di sé la bellissima Elena, moglie di Menealo, la rapisce e la porta a Troia.
    Menelao e suo fratello Agamennone, re di Micene, per vendicare l’affronto organizzano una spedizione contro Troia alla quale aderiscono tutti i principi achei con le loro schiere. Le navi però non riescono a salpare a causa dei venti sfavorevoli. L’indovino Calcante spiega che bisogna sacrificare una vittima innocente per riavere i favori degli dèi. La vittima designata è Ifigenia, figlia di Agamennone, capo supremo della spedizione. Agamennone si accinge al sacrificio quando il provvidenziale interveno di Artemide sostituisce Ifigenia con una cerva e la sottrae alla morte. La flotta achea può finalmente salpare. Distrutte e razziate molte città della costa dell’Asia Minore, gli Achei pongono l’assedio a Troia.

 

  • Etiopide. Raccontava l’intervento in guerra, a fianco dei Troiani, di Memnone re degli Etiopi, e di Pentesilea, regina delle Amazzoni, entrambi poi uccisi da Achille. Nell’Etiopide era narrata anche la morte di Achille colpito nel tallone, unico suo punto vulnerabile, da una freccia scoccata da Paride.

 

  • Piccola Iliade. Narrava la contesa tra Odisseo e Aiace per il possesso delle armi di Achille; la morte di Paride; il furto del Palladio (una delle imprese di Odisseo); l’inganno del cavallo di legno e la fine della città.

 

  • Iliou persis. (distruzione di Ilio). Si trattava della prosecuzione della Piccola Iliade. Riprendeva, infatti, la narrazione dell’inganno del cavallo di legno e proseguiva raccontando episodi poi ripresi nell’Eneide di Virgilio (la morte di Laocoonte; la fine di Priamo; la riduzione in schiavitù di Andromaca, vedova di Ettore; l’incendio della città).

 

  • Nostoi. Erano i racconti dei ritorni in patria degli Achei vincitori (Odisseo, Nestore, Diomede, Menelao, Aiace e Agamennone).

 

  • Telegonia. Narrava le vicende di Telegono, il figlio che Odisseo aveva avuto da Circe.

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