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Alessandria d’Egitto: la città fondata da Alessandro Magno

Alessandria d’Egitto fu fondata dal re macedone Alessandro Magno nel 332-331 a.C. Si racconta che dopo un sogno, nel quale gli furono recitati alcuni versi dell’Odissea sull’isola di Faro, decise di costruirla nella regione del Delta del Nilo. Egli stesso disegnò la disposizione di piazze e mura da costruire.

Il progetto fu affidato all’architetto Dinocrate di Rodi; quando Alessandro Magno morì (323 a.C.) le sue spoglie furono seppellite proprio ad Alessandria.

La sua costruzione fu terminata negli anni 285-246 a.C. sotto il regno di Tolomeo II. Fu capitale dell’Egitto ellenistico fino al regno di Cleopatra, ultima regina dell’Egitto tolemaico.

Affacciata sul mar Mediterraneo e sul fiume Nilo, Alessandria fu un nodo di scambio tra i territori interni dell’Egitto e le rotte marittime. Fu inoltre un importante centro politico e culturale in tutta l’Età ellenistica. Con il tramonto politico di Atene e la morte del filosofo Aristotele (322 a.C.), il primato degli studi scientifici e filosofici si spostò infatti dalla polis greca proprio ad Alessandria: qui sorse il Museo, luogo di studio e insegnamento. All’interno del Museo trovarono posto anche l’osservatorio astronomico, il giardino botanico e zoologico, l’istituto anatomico e la famosa Biblioteca, celebrata per secoli come la più grande raccolta di testi del mondo antico.

Molti degli edifici di Alessandria godevano di fama mondiale: non solo il Museo e la Biblioteca, ma anche il Tempio di Serapide che, a detta degli antichi, era secondo per ricchezza e monumentalità, solo al tempio romano di Giove Capitolino, eppoi il Faro, una delle sette meraviglie del mondo antico. Era una torre alta circa 120 metri. Sulla cima bruciava un grande fuoco che veniva tenuto sempre acceso e che, attraverso un complesso sistema di specchi, poteva essere avvistato dalle navi anche a 50 chilometri di distanza.

La città di Alessandria era organizzata come le poleis greche e comprendeva vari templi, un teatro e l’agorà. Dal geografo e storico Strabone (I secolo a.C.) sappiamo che Alessandria era ricca di opere ingegneristiche: canali, pozzi, cisterne che rifornivano di acqua abbondante e purificata i quartieri residenziali della città, come pure di luoghi ameni a sud verso il lago di Mareotide, dove vi erano lussuose residenze estive, ombreggiate da palme e papiri, circondate da agrumeti e attraversate da canali pescosi.

Nel 30 a.C., dopo la sconfitta di Marco Antonio e di Cleopatra nella battaglia di Azio (31 a.C.) l’Egitto diventò una provincia dell’Impero romano, sotto la giurisdizione di uomini scelti e inviati dall’imperatore. L’Egitto, e con essa Alessandria, fu una delle province più importanti di tutto l’impero, perché principale porta d’accesso per le spezie provenienti dall’Oriente e fondamentale per il rifornimento di grano, risorsa fondamentale nell’antichità. Dalle rive del Nilo, il grano attraversava il mare per giungere lungo il fiume Tevere a Roma.

Alla morte dell’imperatore Teodosio nel 395 d.C., l’Egitto entrò a far parte dell’Impero romano d’Oriente (anche detto Impero bizantino), fino alla conquista araba (641); gli Arabi vi diffusero la propria cultura e la religione islamica.

Nel 1517 l’Egitto divenne parte dell’Impero ottomano, finché nel 1798 Napoleone Bonaparte sbarcò ad Alessandria d’Egitto, dando inizio alla campagna d’Egitto; i francesi furono militarmente sconfitti dall’esercito anglo-ottomano nel 1801 e l’Egitto tornò sotto il controllo dell’Impero ottomano.

Nel 1882 l’Egitto divenne un protettorato del Regno Unito. Nel 1922 le autorità britanniche riconobbero l’indipendenza dell’Egitto dal Regno Unito, diventando il regno d’Egitto. Tuttavia questa indipendenza era solo formale, perché il Regno Unito manteneva il controllo sulle relazioni estere, il controllo del Canale di Suez e una significativa presenza militare nel Paese. Il Regno d’Egitto durò fino al 1953, quando la rivoluzione egiziana del 1952 portò all’abolizione della monarchia e alla proclamazione della Repubblica.

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